Negli scorsi mesi, il dottor Sergio Canavero, direttore del gruppo di neuromodulazione avanzata di Torino, è riuscito a portare la sua equipe ad un passo che fino a poco tempo prima si credeva impossibile: un trapianto di testa su di un essere umano. L'operazione a cui ha partecipato, dopo anni ed anni di studi e ricerche approfondite, ha avuto una durata di ben diciotto ore ed ha portato ad un risultato più che positivo. "Siamo riusciti ad effettuare un Trapianto di testa in tempi quasi record, riuscendo a collegare nervi, vasi sanguigni e la colonna vertebrale in modo a dir poco impeccabile", queste sono state le parole del professore dopo la riuscita di quel tentativo di trapianto avvenuto su un corpo umano.

"Questa è stata solo una prova, ma il prossimo imminente passo sarà quello di effettuare l'operazione su di un paziente vivente", il coraggio e la determinazione di certo non mancano, così come la voglia di poter donare speranza a tutte quelle persone che, per un motivo o per un altro, si ritrovano impossibilitate a muoversi. Secondo Sergio Canavero, quindi, ritornare a muoversi non è più solo un miraggio.

Ma la scienza resta ancora molto scettica su queste affermazioni

Ebbene, nonostante le prove portate alla luce dal dottor Canavero, la Scienza si dimostra ancora scettica in merito alla riuscita di una operazione del genere, soprattutto perché collegare tra loro i tronconi di midollo del donatore e del ricevente non è proprio possibile.

"Si tratta di un'intervento molto delicato e fino ad ora nessuno è stato in grado di collegare tra loro due pezzi di midollo, nonostante la precisione con la quale siano stati tagliati", interviene così Alberto Delitala, presidente della società italiana che si occupa di neurochirurgia, aggiungendo che "già in passato sono stati effettuati dei tentativi sugli animali tramite l'utilizzo di cellule staminali e macchinari all'avanguardia, ma ottenere risultati simili su di un essere umano vivente non è assolutamente possibile".

Così si formano due diversi schieramenti che vedono da un lato tutti coloro che, speranzosi, si uniscono alla causa di Canavero e della sua equipe, e dall'altro tutti gli scienziati ed i medici che, nonostante le prove ricevute e le ricerche, risultano essere ancora molto scettici e "realisti" in merito alle ultime affermazioni.

Ma Sergio Canavero riparto al contrattacco ed in propria difesa, mostrando come il trapianto sia stato positivo in tutti gli aspetti, anche per quanto riguarda il ricollegamento del midollo (così come avvenne mesi prima in un esperimento effettuato su una scimmia).