Quante volte sarà capitato vedere un anziano addormentarsi nel bel mezzo di un film, di un pasto o di un breve momento di relax? In realtà dietro questo fenomeno piuttosto diffuso si nascondono delle cause ben precise: secondo quanto scoperto di recente, non è determinato da quante ore di sonno si fanno al giorno, bensì dal fatto che gli anziani dormono male. La cattiva qualità (e non quantità) del dormire infatti provoca delle conseguenze che si riversano anche nelle relazioni sociali, causando colpi di sonno e momenti di disattenzione. Secondo quanto riportato dal professor Nicola Ferrara, esperto di medicina interna e geriatria all’Università Federico II di Napoli, tutto ciò sarebbe causato da alcuni fattori, piuttosto comuni nelle persone aventi un'età avanzata.

Gli anziani non dormono poco, ma male

Più di 10 milioni di anziani si lamentano del fatto di non riuscire ad addormentarsi di sera, registrando così delle ripercussioni durante le ore del giorno. Di primo acchito si potrebbe ricollegare tale problematica al fatto che questi possano dormire poco nell'arco della giornata, ma in realtà è stato dimostrato che la quantità di sonno necessaria all'organismo tende a diminuire con l'avanzare dell'età. A riportarlo è stato il professor Raffaele Antonelli Incalzi, dell'Università Campus Bio-Medico di Roma: se un uomo di età media necessita di dormire almeno 8 ore in media per stare bene, accusando i primi sintomi del sonno al di sotto delle 6 ore, per gli anziani le cose sono totalmente diverse.

Per loro infatti è sufficiente dormire anche sole 5 ore e il corpo non ne risente affatto. Le complicanze si verificano nel momento in cui non si facciano 5 ore di sonno notturno o si verifichino i cosiddetti micro-risvegli: la percezione di essere rimasti svegli durante la notte, sfasa l'orologio biologico facendo sì che si avverta la necessità di appisolarsi anche nelle ore di luce.

Cause e consigli per gli anziani che dormono male

Bisogna prestare particolare attenzione nel momento in cui si verificano i sintomi del cosiddetto disturbo del sonno: a lungo andare, infatti, gli anziani che dormono male possono accusare conseguenze ben più gravi, come ad esempio il decadimento cognitivo. Per questo motivo è bene individuare le cause che portano uomini e donne di età avanzata a condurre un sonno di qualità piuttosto scarsa.

Secondo il professor Nicola Ferrara, molti farmaci hanno all'interno della loro composizione delle sostanze che inducono il sonno durante l'arco dell'intera giornata: ne sono un esempio gli antidepressivi e i parkinsoniani, molto diffusi nella fascia della terza età. Dato che alcune di queste terapie possono essere di fondamentale importanza per il soggetto, il professore dell'Università di Federico II di Napoli ha svelato alcuni consigli, con l'obiettivo di ridurre alla sonnolenza negli anziani specialmente nelle ore diurne, concentrandola in quelle notturne: innanzitutto si può richiedere al proprio medico di valutare l'assunzione della melatonina e del benzodiazepine, che però devono essere introdotti nel proprio corpo con molta cautela.

Un consiglio ben più pratico riguarda la cena: sì ai carboidrati, così come anche all'attività fisica serale, come ad esempio una mezzora di tai-chi o altre discipline leggere da fare a giorni alterni.