Un recente studio DiRECT ha dimostrato che soggetti diabetici, alimentati per 3-5 mesi con una dieta liquida da 800 calorie, avevano una riduzione ponderale di 15 Kg. E questo era in grado di cancellare la malattia. Una recente metanalisi, appena pubblicata su JAMA Intern Med, evidenzia come per ogni kg di peso perso, si ha una riduzione del 7% del rischio di progressione della malattia. Infine, sempre questi giorni, negli Stati Uniti, la FDA ha approvato semaglutide (Ozempic) della Novo Nordisk, il sesto antagonista del recettore GLP-1 nonché il terzo a somministrazione settimanale.

Un primo intervento è sullo stile di vita

Sono numerosi gli studi che stanno dimostrando come una riduzione del peso corporeo è la prima arma contro il diabete tipo 2. Lo studio DiRECT, pubblicato questi giorni su Lancet e, in contemporanea, presentato al congresso dell’International Diabetes Federation, ad Abu Dhabi, è stato condotto in Scozia e nella regione Tyneside – a nord-est dell’Inghilterra, presso 49 centri, su 306 soggetti di età compresa tra 20-65 anni, con una diagnosi di diabete nei 6 anni precedenti, non trattati con insulina e con un indice di massa corporea tra 27-45 Kg/m2.

Questo studio ha dimostrato che è possibile guarire dal diabete tipo 2 seguendo una dieta ipocalorica strettamente controllata.

In pratica 4 drink al giorno, sostitutivi dei pasti, con un apporto calorico di 800 calorie, in 3-5 mesi ha assicurato una riduzione anche oltre i 15 Kg in soggetti obesi con diabete, e questo è riuscito, in una percentuale elevata di casi, ad eliminare la malattia. Dopo solo un anno, il 46% dei soggetti sottoposti alla dieta liquida ipocalorica, ha visto una remissione della malattia.

Tale percentuale saliva all’86% tra coloro che avevano avuto una riduzione del perso di almeno 15 Kg. Questo programma va completato con un cambiamento del proprio stile di vita che prevede anche una regolare attività fisica. I benefici si estendono anche sulla riduzione del rischio cardiovascolare.

Un secondo studio, pubblicato su JAMA Intern Med, è una metanalisi condotta da Sonya How dell’Università di Atlanta, su 43 studi internazionali su adulti in condizione prediabetica.

Anche in questo caso, una modifica dello stile di vita associato ad una riduzione del peso corporeo scongiurava lo sviluppo della malattia. Secondo questo studio, per ogni Kg di peso perso si aveva un 7% di riduzione del rischio progressione della malattia.

Sono informazioni estremamente importanti se teniamo conto che oggi un adulto su 11 soffre di diabete. Una patologia che sta aumentando in modo preoccupante in tutto il mondo. Ma un semplice cambiamento del proprio stile di vita, dieta e attività fisica, potrebbero scongiurare la malattia e invertire questa tendenza.

E poi ci sono i farmaci

Alla tradizionale insulina, nel controllo dell’iperglicemia del soggetto con diabete, si stanno affiancando nuovi farmaci.

Sono farmaci che vanno somministrati una volta alla settimana e che riescono a tenere sotto controllo la glicemia. Parliamo degli incretino-mimetici, agonisti del recettore del peptide-1 glucagone simile ovvero il GLP-1 (glucagon-like peptide 1), un ormone prodotto dall'intestino e liberato dopo un pasto, al fine di stimolare la secrezione di insulina e di inibire la secrezione di glucagone da parte del pancreas.

L’ultimo agonista GLP-1 è Semaglutide (Ozempic), sviluppato da Novo Nordisk e appena approvato negli Stati Uniti dalla FDA, in aggiunta alla dieta e all'esercizio fisico, per il trattamento del diabete di tipo 2 negli adulti.

La versione appena approvata viene somministrata con un’apposita penna precarica, una volta alla settimana.

Ma è in sviluppo (Fase III) anche una versione più avanzata, da somministrare per via orale. Semaglutide arriva dopo altri due farmaci della stessa classe, dulaglutide, exenatide, anche se il nuovo farmaco sembra avere un miglior profilo di tollerabilità. Poi esistono altri incretino-mimetici ma che richiedono somministrazioni più frequenti.