All'interno dell'ospedale Humanitas di Castellanza, in provincia di Varese, il cane Liù si è fatta beffe degli esami medici, trovando una traccia del tumore alla prostata quando ancora non si era sviluppato. I medici sono concordi nel ritenere che, nell'immediato futuro, il fiuto dell'esemplare femmina di Pastore tedesco sarà una delle migliori armi per la cura e prevenzione della malattia. Gli specialisti della struttura ospedaliera sono rimasti increduli di fronte al prodigioso intervento compiuto dal cane, per il quale erano impreparati non avendo mai assistito a nulla del genere durante gli anni di servizio.

I benefici

Lo straordinario fiuto ha permesso al cane di individuare la molecola caratterizzante del cancro alla prostata, arrivando dove la scienza ancora non aveva mosso passi a sufficienza da raggiungere il livello dell'olfatto del pastore tedesco. I medici dell'urologia dell'ospedale Humanitas affermano che tale scoperta comporta immediate conseguenze nel campo della Ricerca scientifica. D'ora in avanti, con l'appoggio della speciale dottoressa Liù, si cercherà di isolare la molecola sopra citata. In caso di successo, la diagnosi precoce e la prevenzione avrebbero una strada tutta in discesa.

Generalmente, le persone più a rischio di contrarre la patologia sono i maschi che hanno superato i 45 anni di età.

Il tumore è, invece, raro tra i giovani. In Italia, si registrano tra i 30 e 40 mila nuovi casi all'anno, numeri che testimoniano la gravità della malattia e l'alta incidenza nel Paese. Per la sola popolazione maschile, quello alla prostata rappresenta il 15 per cento dei tumori diagnosticati. Le statistiche possono essere monitorate sul sito italiano Airc, l'associazione italiana per la ricerca sul cancro, rintracciabile all'indirizzo internet airc.it, nella sezione tumori.

Se diagnosticato in tempo, si può guarire, con percentuali superiori al 90 per cento dopo i 5 anni dalla diagnosi.

Il retroscena

Inizialmente, i dottori credevano che il cane si fosse sbagliato. Infatti, aveva segnalato la malattia su un paziente che invece aveva un tumore alla vescica. In realtà non si trattava di un errore ma di una scoperta importantissima, ai fini della ricerca.

Da successive analisi di laboratorio, risultò che il cane, addestrato unicamente per riconoscere il cancro alla prostata, non aveva sbagliato. Anzi, era riuscito ad anticipare prima di tutti la diagnosi, aprendo le porte, di fatto, ad un nuovo futuro per le cure della grave patologia.