La sindrome metabolica, composta da tre a cinque contemporanee alterazioni metaboliche come dislipidemia (alterazione di trigliceridi e colesterolo), aumento della circonferenza addominale e della pressione sanguigna, iperglicemia, colpisce il 30% degli adulti nel mondo occidentale. L’interazione complessa di questi fattori porta all’insulinoresistenza, difficile da gestire con i farmaci, ma più facile da approcciare con i nutraceutici, insieme ad uno stile di vita sano (dieta bilanciata e esercizio fisico).

Nutraceutici come riso rosso fermentato, berberina, curcumina e vitamina D, alimenti funzionali (proteine vegetali), probiotici e prebiotici capaci di modificare il microbioma intestinale, migliorano la dislipidemia e l’insulinoresistenza.

Per ottenere una buona biodisponibilità ed efficacia sono state individuate formulazioni sempre più appropriate.

Il lavoro è stato pubblicato sulla rivista Annals of Medicine, alla fine del dicembre 2017, dai ricercatori del Centro Dislipidemie del Grande Ospedale Metropolitano Niguarda di Milano.

Sindrome metabolica e grasso viscerale

Caratteristica principale della sindrome metabolica è risultata essere l’obesità addominale o grasso viscerale, che innalza il rischio di eventi cardiovascolari; questo grasso in eccesso rilascia grandi quantità di acidi grassi liberi. Questi ultimi, a loro volta, giungendo al fegato attraverso la vena porta possono ridurre la clearance dell’insulina epatica, ossia ritardarne l’eliminazione.

L’esito è l’insulinoresistenza, che si traduce in alterazione della struttura corporea, ipertensione ed altri cambiamenti; sia metabolici che non metabolici. In questo grasso, vero e proprio organo endocrino attivo, secernente adipochine e citochine proinfiammatorie, è stata osservata un’infiltrazione di macrofagi, che favoriscono l’infiammazione.

In base agli studi epidemiologici, sono stati adottati dei valori soglia per definire l’obesità addominale (più di 102 cm per l’uomo e 88 cm per la donna), l’ipertensione (pressione sistolica maggiore di 140 mmHg e/o 90 mmHg di pressione diastolica), il BMI (indice di massa corporeo maggiore di 25) e il rapporto vita/altezza (superiore a 0.5 per donne e uomini).

Nutraceutici anti sindrome metabolica

Consigli dietetici o farmaci si sono spesso rivelati inadeguati nella gestione giornaliera dei pazienti. Alimenti funzionali come lupini e soia, ricchi di proteine vegetali hanno invece evidenziato un’azione anticolesterolo e insulinosensibilizzante.

La somministrazione giornaliera di probiotici (microrganismi vivi di vari ceppi, Lactobacillus reuteri, plantarum, helveticus, acidophilus, enterococcus faecium e streptococcus) per 8 settimane, ha indotto un miglioramento della pressione sanguigna, dell’indice HOMA (marker di insulinoresistenza), dell’emoglobina glicosilata, un decremento dell’assorbimento intestinale di colesterolo, sia in soggetti sani che diabetici.

Questi effetti sono stati mediati da un incremento della funzione della barriera intestinale e da una minore endotossemia metabolica (livelli plasmatici di tossine lipopolisaccaridi ad effetto infiammatorio). I supplementi di prebiotici (carboidrati non digeribili) hanno avuto un impatto positivo sui livelli di glucosio postprandiale, insulina e trigliceridi.

Alcuni composti naturali hanno dimostrato di avere effetti simili ai farmaci. La vitamina D, coinvolta nel metabolismo osseo, in quello del glucosio e nella regolazione della pressione sanguigna; la curcumina (1500 mg per 9 mesi) si è rivelata essere insulinosensibilizzante, antinfiammatoria, antitrigliceridi; il riso rosso fermentato con lievito Monascus purpureus (ricco di Monacolina K), ha manifestato un effetto anticolesterolo LDL mediante inibizione della HMG CoA reduttasi (1200 mg al giorno per 6 settimane); la berberina, (1 gr per 3 mesi), ha presentato un’azione antiglicemica e anticolesterolo (attraverso riduzione dell’espressione del PCSK9 nel fegato).

Riso rosso e berberina, a dosaggi più bassi (200 mg per il riso e 500 mg per la berberina) hanno avuto effetti insulinosensibilizzanti, antitrigliceridi e colesterolo; inoltre, a differenza di farmaci come le statine, hanno vantato un’azione protettiva dell’endotelio vascolare.