Il numero dei pazienti contagiati dall’influenza suina sarebbe tornato, nell’ultimo periodo, a toccare statistiche molto simili a quelle registrate dall’epidemia che colpì l’Italia 10 anni fa. Stiamo parlando di una grave epidemia infettiva partita da un particolare ceppo virale mutato e che rischiò di trasformarsi in una vera e propria pandemia, cogliendo, in particolar modo impreparate, le autorità sanitarie di tutto il Paese.

Influenza suina, numerosi ricoveri e due decessi: di cosa si tratta

Il virus A-H1N1 si sarebbe nuovamente abbattuto sull’Italia facendo registrare, in pochissimo tempo, un numero particolarmente notevole di ricoveri ospedalieri e due decessi avvenuti in Sardegna.

Una nuova ondata di paura dopo l’influenza arrivata quest’inverno che ha rischiato di mettere KO l’intero Paese. Le casistiche dei pazienti ricoverati in quest’ultimo periodo sarebbero, senza alcun dubbio, meno preoccupanti rispetto all’epidemia che colpì tantissimi italiani dieci anni fa. Una situazione, quella attuale, che anche se più ridimensionata, non dovrebbe comunque essere sottovalutata. Infatti, il dato preoccupante risiede nel numero dei casi riscontrati in quest’ultimo mese, che avrebbe raggiunto livelli molto al di sopra di quelli registrati negli anni passati. Secondo gli esperti non siamo di fronte ad un vero e proprio allarme epidemia ma di certo la registrazione del numero dei contagi è importante.

Virus A H1N1: sintomi e contagio dell’influenza suina

Sull’influenza suina ci sarebbe un mito da sfatare che risiede nella credenza, di molte persone, che questo tipo di infezione possa essere contratta attraverso l’assunzione di carne di maiale. Ecco perché, in seguito alle notizie sempre più allarmanti dell’infezione, sarebbero improvvisamente crollate le vendite di queste carni.

Una psicosi, secondo gli esperti, del tutto ingiustificata, poiché l’influenza suina (H1N1) è in realtà una patologia causata dalla mutazione del virus che solitamente colpisce i suini e che nel 2009 avrebbe, per la prima volta in Italia, dato vita ad una importante epidemia sull’organismo umano. Pensare che l’infezione avvenga con l'assunzione di carne suina è quindi un falso mito legato esclusivamente alla sua originaria insorgenza.

Il facile contagio di questo virus dipenderebbe dal fatto che tenderebbe a restare in vita, negli ambienti e sulle superfici, fino a 48 ore, aumentando così il rischio di essere facilmente colpiti. Una volta contratto il virus, nel paziente compaiono diversi sintomi tra i quali: febbre alta, forte dolore alla testa, brividi di freddo, insonnia, inappetenza, dolori alle articolazioni e ai muscoli, nausea accompagnata a possibile vomito e la presenza, a volte, di abbondante lacrimazione agli occhi. Le categorie più esposte al virus sono, come sempre, organismi particolarmente debilitati o fragili come quelli degli anziani, dei bambini e delle donne in stato di gravidanza.