Chi segue da vicino il Ciclismo ha imparato a conoscere Oleg Tinkov, il magnate russo che dal 2013 è proprietario del Team Tinkoff Saxo in cui corrono le stelle Alberto Contador e Peter Sagan. Carattere esplosivo e idee fuori dalle regole, ma anche spirito innovativo e tanta passione. Così Oleg Tinkov si è imposto anche nel ciclismo, portando la sua voglia di cambiare il mondo dello sport a pedali. E l'ultima proposta, o provocazione, arriva alla vigilia del Tour de France, ed è di quelle a sensazione: niente Tour il prossimo anno per le squadre maggiori se non cambieranno le regole.

Ciclismo e Tour de France secondo Tinkov

Oleg Tinkov ha più volte criticato l'attuale sistema su cui si regge il ciclismo e che lascia le squadre sostenute solo dagli introiti derivanti dalle sponsorizzazioni. Non solo, ma anche lo spezzettamento del calendario, che porta i campioni a scegliere obiettivi diversi e a non scontrarsi quasi mai tra di loro. Per questo nello scorso inverno Tinkov lanciò la sua prima provocazione: un premio di un milione di euro da dividere tra i quattro grandi campioni da corse a tappe del ciclismo attuale (Contador, Nibali, Froome e Quintana) se questi avessero accettato di gareggiare in tutte e tre i grandi giri nella stagione 2015. La cosa poi è finita in un nulla di fatto, ma con il suo progetto fuori dalle convenzioni Tinkov ha riacceso il dibattito su uno dei mali del ciclismo, proprio il fatto che i grandi campioni si scontrano troppo raramente.

Ora alla vigilia della partenza dell'appuntamento principe della stagione, il Tour de France, Tinkov lancia una provocazione dal sapore di ultimatum: "Sono pronto a non partecipare al Tour de France 2016 se anche tutte le altre squadre decidono di farlo. Dobbiamo cambiare il modello di business del ciclismo per renderlo uno sport migliore".

Squadre - Franchigie

Il progetto di Tinkov è quella di portare le squadre di ciclismo più vicine all'idea di franchigia degli sport americani, della NBA di basket per esempio. Un'idea interessante anche se non semplice, sia per il conservatorismo che vige da sempre nel ciclismo a partire dal Tour de France e dalla potentissima Aso che lo organizza, sia perchè il ciclismo è uno sport che si pratica in aree aperte e non è facile studiare sistemi che prevedano il pagamento di biglietti per il pubblico. Più percorribile sembra la strada che porta verso un modello di business più legato ai diritti tv.