A pochi giorni dal via dei Mondiali di 'Pechino 2015' una nuova ondata di fango si riversa sul mondo dello sport professionistico di altissimo livello. Infatti, secondo un articolo apparso sul 'Sunday Times', la Iaaf (International Association of Athletics Federations) avrebbe bloccato la pubblicazione di una ricerca in cui numerosi atleti avrebbero ammesso aver fatto uso di sostanze proibite durante laloro carriera, mettendo in dubbio la volontà della Federazione Internazionale di lottare concretamente contro la piaga del doping.

Lo studio

Lo studio è stato effettuato dall'Università tedesca di 'Tubinga' cheha raccolto informazioni in occasione dei mondiali di atletica del 2011, tenutisi a Daegu in Corea del Sud.

Ebbene da questo studio viene fuori che circa il 30% degli atleti presenti alla manifestazione (1.800 circa) avrebbe confessato l'uso di sostanze dopantidurante i12 mesi precedenti. La stessa Università ha rivelato che avrebbe subito pressioni, da parte della Iaaf, per la non pubblicazione dello studio.

La Iaaf tenta la difesa

La Iaaf si difende affermando che la 'sensazionale' rivelazione del 'Sunday Times' 'non una storia nuova, essendo già stata sollevata la tv tedesca nel 2013' e già allora la Iaafaveva affrontato queste preoccupazioni. La Federazione prosegue fermando che 'lo studio in questione consisteva in un sondaggio della Wada (World Anti-Doping Agency)presso gli atleti per valutare l'affidabilità dei nuovi potenziali metodi di valutazione della prevalenza del doping nello sport', e che il risultatosarebbe quindi frutto delle dichiarazioni rilasciate dagli atleti e non esito di controlli antidoping effettuati sugli stessi.

L'atletica è ormai uno sport malato?

I precedenti di doping non mancano purtroppo nel mondo dell'atletica, e sono tutt'altro che confortanti. Inoltre poco tempo fa lo stesso 'Sunday Times', in collaborazione con Ard, rivelò che, in base ai risultati di 12.000 esami del sangue su 5.000 atleti che hanno vinto gare di atletica leggera tra il2001 e il2012, risulta che circa un terzo delle medaglie vinte in prove di durata, tra mondiali edOlimpiadi, sono state assegnate e mai ritirate ad atleti che hanno ottenuto risultati molto dubbi ai test antidoping.

Oggi le pratiche più comuni di doping sono le trasfusioni di sangue e microdosi di Epo, ormone che aumenta i globuli rossi favorendo l'apporto di ossigeno ai tessuti, in particolare quelli muscolare e cardiaco, consentendodi migliorare le prestazioni.