Siamo nel pieno del weekend della Formula 1 dedicato al Gran Premio d'Italia. Le vetture sono già scese in pista per le prime prove libere che hanno decretato il dominio delle Mercedes, con la Ferrari di Vettel che lancia messaggi positivi, mostrando una certa continuità nei tempi e un buon passo gara. Peccato, però, che la splendida atmosfera di Monza si stia rovinando per le voci, sempre più insistenti, che danno il Gran Premio italiano sempre più vicino alla cancellazione dal calendario della Formula 1. Le dichiarazioni di Bernie Ecclestone, patron del "Circus", rilasciate ad "AutoSport" stanno facendo tremare - e non poco - gli organizzatori e gli appassionati della velocità.

Ecclestone non fa passi indietro: "Rinnovo Monza? Improbabile"

L'imprenditore britannico, intervistato dalla famosa rivista dedicata ai motori, non usa mezzi termini quando gli viene chiesto del destino dell'autodromo di Monza. Ecclestone, infatti, non ha confermato le dichiarazioni di Montezemolo, il quale si era detto ottimista sul rinnovo del contratto tra i vertici della leggendaria pista italiana e la Federazione della Formula 1. Il patron ha subito chiarito di considerare "improbabile" un accordo per i prossimi anni, affermando con decisione che "non vogliono pagare".

In merito alle polemiche su un'eccessiva richiesta economica per confermare Monza come Gran Premio della massima competizione motoristica, Bernie Ecclestone afferma di aver chiesto 25 milioni di euro, cifra proposta a tutti gli altri Paesi, dunque per niente superiore o spropositata.

L'imprenditore di Bungay mostra anche una certa insofferenza, quando afferma che la querelle sul rinnovo contrattuale con i vertici del Gran Premio d'Italia, sta andando avanti da circa due anni e mezzo e, dopo tante chiacchiere, ora è giunto il momento di prendere una decisione. Da magnate della finanza, nonostante riconosca la storica importanza della pista lombarda per la Formula 1, Ecclestone non si fa impietosire e, gelidamente, sostiene che la sua Federazione ha "qualcosa da vendere" e che gli altri, se sono davvero interessati, devono comprarla al prezzo stabilito.