Una scorrettezza o forse solo un gesto derivato dalla frustrazione per una volata andata male. Fatto sta che Mark Cavendish è stato protagonista di un brutto episodio nel finale della seconda tappa del Dubai Tour. L’ex Campione del Mondo ha dato un colpo di testa al polacco Stepniak che si trovava alla sua destra. Non una testata violenta, ma un appoggio sul braccio del corridore della CCC che in nessun modo poteva infastidire il suo sprint. Cavendish ha chiuso la tappa con un modesto decimo posto.

Cavendish, gli errori della squadra e un po’ di nervosismo

Anche questa seconda volata del Dubai Tour non è stata guidata in maniera impeccabile dagli uomini della Dimension Data. Cavendish è stato seguito dalla squadra africana del fido Mark Renshaw, ancora complessivamente un po’ acerba per supportare al meglio un grande velocista. Questo probabilmente può aver innervosito Cavendish, dopo che anche oggi non è riuscito a fare una volata pulita.

La Dimension Data ha messo un corridore, Songezo Jim, a lavorare in testa al gruppo insieme agli Etixx di Kittel per tenere sotto controllo la fuga che si è sviluppata nei primi km. Ma poi, nelle fasi più calde del finale di corsa, la squadra si è disunita e MarkCavendish ha perso così posizioni decisive negli ultimi due chilometri.

L’ex Campione del Mondo ha schivato la caduta avvenuta all’uscita del tunnel, all’ultimo chilometro, ma si è trovato a sprintare da molto dietro. E a volata ormai irrimediabilmente persa ecco l’episodio incriminato. Cavendish ha appoggiato il caschetto sul braccio del corridore che gli stava di fianco, il polacco Stepniak. Non è stato un gesto violento, e nemmeno utile a guadagnare una posizione o a farsi spazio: la volata era ormai fatta, le posizioni delineate e la situazione non era di una mischia in cui farsi largo.

Probabilmente è stato più un gesto di frustrazione per un finale di tappa andato veramente male.

Il Direttore sportivo della Dimension Data, Jens Zemke, non ha potuto nascondere che il finale di corsa è stato molto difficile per i suoi ragazzi, che non sono riusciti a proteggere al meglio Cavendish: “Abbiamo fatto un buon lavoro per gran parte della tappa, con Songezo Jim a controllare la fuga, poi il finale è stato disordinato.

Il percorso era cambiato a causa di alcuni lavori stradale e l’uscita dal tunnel era distante solo un chilometro dall’arrivo. Questo ha reso le cose più complicate e non siamo stati in grado di raggiungere un buon risultato”.