Domenica 4 settembre 2016 sarà una data tristemente storica per la Formula 1. Si correrà, infatti, l'ultimo Gran Premio d'Italia sullo storico circuito di Monza. Dopo un lungo tira e molla sul destino dell'autodromo lombardo, il presidente dell'Aci (Automobile Club Italiano), raggiunto da "Il Fatto Quotidiano" ha annunciato, con grande amarezza, che dalla stagione 2017 la pista di Monza non farà più parte del calendario del mondiale di Formula 1: "È stato tutto inutile, non ci sono più margini per trattare".

Dopo 6 mesi di trattative incessanti, salta accordo con Ecclestone

Sticchi Damiani, per circa 6 mesi è rimasto in contatto con Bernie Ecclestone, patron del Circus, per trovare un punto d'accordo sul Gran Premio d'Italia da disputare a Monza anche dopo la stagione 2016. Purtroppo, però, l'impegno e una serie di soluzioni economiche proposte dal massimo dirigente dell'Aci non sono bastate all'imprenditore britannico che, a quanto pare, avrebbe chiuso la trattativa non solo per denaro, ma anche per una serie di scelte strategiche effettuate presso l'autodromo lombardo, per niente gradite.

In merito all'aspetto economico, dopo un incontro a settembre lungo il tracciato tra Sticchi Damiani, Ecclestone e Renzi, ci si era impegnati affinché si trovasse il denaro necessario, 19 milioni di euro, da versare nelle casse della Fom (Formula One Management Limited) per confermare la presenza dello storico circuito italiano anche a partire dal mondiale di Formula 1 2017.

Siccome il Governo aveva chiarito che non avrebbe sborsato nemmeno un centesimo, a causa della crisi economica, era stato trovato un escamotage tutto all'italiana. Infatti, mentre nella Legge di Stabilità 2016 si sanciva che la piena responsabilità della trattativa per salvare Monza sarebbe finita nelle mani di Sticchi Damiani, quest'ultimo trovava il metodo per reperire il denaro necessario.

Il piano del presidente dell'Aci era quello di far pagare forzosamente agli automobilisti italiani, tramite il Pra (Pubblico registro automobilistico) una serie di quote che, sommate, avrebbero raggiunto i 19 milioni di euro necessari per accontentare le richieste della Fom.

Bernie Ecclestone, però, non ha voluto sentire ragioni perché, come dichiarato da Sticchi Damiani: "hanno prevalso i personalismi".

L'imprenditore inglese non ha mai avuto grande simpatia per i vertici della società che ha in gestione l'Autodromo di Monza, ossia la Sias. Secondo quanto riportato dal numero uno dell'Aci, il patron della Formula 1 non avrebbe gradito i lavori effettuati sulla pista lombarda per andare incontro alle esigenze della Superbike e delle gare di moto. Affermando: "O la Formula 1 o le moto", Ecclestone avrebbe chiesto, di fatto, la testa del massimo dirigente della Sias, Andrea Dell'Orto, il quale però non ha voluto dimettersi. Siccome la situazione non si sbloccava, la trattativa è stata interrotta una volta per tutte.

Il prossimo GP d'Italia a Imola o al Mugello

A questo punto, per evitare che l'Italia perda il suo Gran Premio, bisognerà mettersi al lavoro per trovare un'altra pista a partire dal 2017.

Come anticipato da Sticchi Damiani, attualmente in pole position c'è Imola, perché il circuito del Mugello è considerato inadatto ad ospitare il Circus, poiché ha un'accessibilità piuttosto limitata e, soprattutto, manca dei parcheggi necessari ad ospitare la folla di tifosi appassionati di Formula 1. Ad ogni modo, nel ribadire che la scelta finale potrebbe cadere su Imola, il presidente dell'Aci sottolinea la delusione sua e di tutti gli appassionati dei motori con un laconico e quantomai eloquente: "Tra il poco e il niente è meglio il poco".