Un avvio spettacolare e poi una doppia foratura. Così si è sgonfiato il sogno olimpico di Peter Sagan. Il Campione del Mondo di Ciclismo su strada si è allineato al via della gara di mountain bike alle Olimpiadi di Rio 2016, una partecipazione accolta con un po’ di scetticismo, se non fastidio da molti avversari. Sagan ha dato spettacolo in partenza, ma poi è stato estromesso dalle prime posizioni a causa di due forature.

Sagan: “Top 10 possibile”

La corsa di Peter Sagan è durata praticamente un giro. Circa un quarto d’ora che però è stato sufficiente al campione slovacco per dare spettacolo.

Sagan è scattato in ultima posizione, in virtù dei pochissimi punti che ha raccolto nelle sue due esperienze stagionali in gare di mountain bike. Davanti a lui sono partiti ben 48 corridori, ma sono bastate un paio di curve e qualche derapata a Sagan per scalare posizioni su posizioni. Dopo il tratto di lancio, di circa 500 metri, Sagan è transitato già in ottava piazza, ed ha continuato a recuperare nella parte iniziale del primo giro dei sette giri in programma. Il campione slovacco si è trovato a duellare con i grandi favoriti della corsa, i draghi della mountain bike che hanno preparato questo assalto olimpico per quattro anni. Ma l’avventura di Sagan è finita al termine del primo giro, quando sia lui che l’azzurro Marco Aurelio Fontana hanno dovuto dire addio ai sogni di gloria a causa di una foratura.

“Ho dovuto fare mezzo giro prima di poter cambiare la ruota, era impossibile tornare sui primi” ha spiegato Sagan, che è ripartito con un paio di minuti di distacco da Schuerter e gli altri battistrada. “In partenza mi sentivo alla grande, ero arrivato tra i primi tre” ha commentato Sagan, che poi ha avuto un altro inconveniente mentre stava recuperando alcune posizioni.

“Ho forato ancora al terzo o quarto giro, una piccola foratura, ma sentivo la ruota come una gomma da masticare”.

Nonostante la sfortuna Peter Sagan ha concluso la sua avventura olimpica con un sorriso: “Sentivo di poter arrivare tra i primi dieci, ma dopo sette anni sono tornato in mountain bike e sono stato felice di provarci”.