Usa, Cina e Regno Unito sono le tre nazioni salite sul podio delle Olimpiadi 2012 e dunque le favorite per Rio 2016. E il Brasile? A Londra, 4 anni fa, si piazzò in 22° posizione, con 17 medaglie portate a casa, di cui tre soli ori (nella ginnastica, nel judo e nel volley femminile). Quest’anno gioca in casa: riuscirà a fare meglio? Anche su questo interviene Lorenzo Di Muro, collaboratore di Limes, mentre i "carioca" consumano in spiaggia la vigilia. «Il Brasile – afferma - non è mai stato una potenza olimpica. Le sue eccellenze sono il calcio e la pallavolo, discipline nelle quali è sicuramente chiamato a confermarsi».

Il Brasile di Neymar, risparmiato per la Coppa America, sulla carta parte tra i favoriti nel calcioe l’obiettivo è superare in qualche modo la figuraccia dei Mondiali di due anni fa, con quel 7-1 rimediato dalla Germania che ormai è diventato un modo di dire in Brasile, sinonimo di “disfatta”. Ma per il quinto paese più grande del mondo, con una popolazione di oltre 203 milioni di abitanti è un po’ poco limitarsi a puntare su cacio e volley. Cosa manca? «In Brasile – sostiene Di Muro - non c’è una politica sportiva strutturata per raggiungere risultati di lungo periodo.Molti atleti, inoltre, devono autofinanziarsi o ricorrere a finanziamenti privati per allenarsi; in Italia, come in altri paesi, non è così.

Nonostante abbia grandi risorse dal punto di vista demografico, il Brasile non ha sviluppato un progetto di avvicinamento alle Olimpiadi». I verdeoro, insomma, rischiano di fare da comparse in casa propria.