Il clone di Chris Froome che fa test aerodinamici in una galleria del vento norvegese è solo una delle tante novità ai limiti della fantascienza con cui il Team Sky vuole limare ogni piccolo secondo nella prestazione dei propri atleti. Come riportato dal giornale spagnolo El Pais, in una conferenza che si è tenuta a Doha il medico della squadra britannica Roger Palfreeman ha esposto la sua teoria sulla disidratazione controllata e funzionale. Grazie a questo sistema Palfreeman ha affermato che Chris Froome potrebbe ancora guadagnare 47 secondi su una salita come quella dell’Alpe d’Huez.

Ciclismo, due chili in meno con la disidratazione controllata

Il Team Sky ha sconvolto e continua a sconvolgere i meccanismi e le pratiche in uso nel mondo del Ciclismo, soprattutto in termini di allenamenti e preparazione. Quella esposta dal suo medico, Roger Palfreeman, in un convegno su sport e calore che si è tenuto a Doha, è una teoria che sposta ancora più in là l’uso che gli atleti fanno del proprio corpo. Palfreeman ha parlato di disidratazione controllata e funzionale, un sistema che permetterebbe a Chris Froome di scendere ancora di peso di un paio di chili in certe situazioni ed andare quindi ancora più forte in salita.

In parole povere Palfreeman vorrebbe abituare il corpo dell’atleta a sopportare un’idratazione minore rispetto a quella che viene normalmente percepita come utile.

Bere meno di quanto una certa logica richiederebbe, dunque, senza compromettere la prestazione. Il medico fa riferimento all’uso di paracetamolo per alterare la percezione termica grazie agli effetti analgesici e ad un antidepressivo, il wellbutrin. In fase di preparazione poi gli atleti dovrebbero essere sottoposti a pratiche che sembrano arrivare dalla fantascienza, come essere disidratati ed immersi per 40 minuti in acqua a 40 gradi.

Tutte teorie che rispondono al nome di quel ciclismo trasformato in una scienza esatta fatta di numeri e watt di cui il Team Sky è stato profeta ed esecutore. Ma non tutto potrebbe essere come teorizzano gli scienziati dello squadrone britannico. Interrogato dal El Pais, il fisiologo spagnolo Inigo Mujika, ha respinto la bontà della disidratazione controllata. Il medico ha spiegato di aver partecipato ad uno studio sull’argomento: “All’inizio di una salita l’atleta si sente davvero leggero e scattante, ma poi arriva il crollo” assicura Mujika.