Windsor in Canada, appena iniziati i mondiali di nuoto 2016 l'Italia delle meraviglie schiera in vasca corta subito una Federica Pellegrini più bella e in forma che mai. Fede vince la medaglia d'oro nei 200 nuotati a stile libero, con un fantastico 1'51''73 che è il suo miglior tempo di sempre dopo che sono stati messi al bando i costumi "gommati".

Una vittoria, subito confermata con l'argento anche in staffetta 4x100, che sa tanto di rivincita dopo tutte le insinuazioni e le cattiverie che le sono state dette dai media e scritte attraverso i messaggi social dopo il flop di Rio.

Una vittoria che però non le è bastata, a dirlo è il suo coach Matteo Giunta per cui bisogna credergli quando ci dice che Federica, a soli quattro mesi da quella che probabilmente è stata la più grande delusione della sua carriera, è completamente risorta.

La rinascita dopo il flop di Rio

Federica Pellegrini, dopo che è stata per pochissimo tempo sull'orlo della crisi e del ritiro, ha ripreso il controllo e ritrovato la voglia di soffrire per volare verso traguardi impensabili.

Queste due medaglie ai mondiali, oro nei 200 sl e argento nella staffetta 4x100 (risultato mai ottenuto prima) non valgono tanto dal punto di vista tecnico, quanto invece sono fondamentali come valore simbolico per la nuotatrice.

Un punto di partenza eccezionale per lanciarsi verso l'avventura di Tokio 2020. Serviva una conferma, la stessa Federica aveva più volte affermato che se avesse continuato a nuotare sarebbe stato solo per essere competitiva, in barba allo spirito olimpico di De Coubertin, ma Federica è speciale oramai la conosciamo bene tutti, ha 28 anni ma è ancora un farfalla pronta a spiccare il volo per salire sempre più in alto.

Con queste due medaglie, il suo bottino personale sale a 46 medaglie a livello internazionale contando olimpiadi, mondiali ed europei.

La gara perfetta

Federica è alle stelle dopo la gara dei 200 dove ha vinto l'oro, intervistata subito dopo racconta che stava nuotando in corsia tre e ha confessato che il pensiero alla maledetta finale di Rio l'ha sfiorata all'inizio.

Poi però come tutti hanno potuto vedere si è sciolta e ha iniziato a fare quella che molti definiscono la sua gara perfetta, in rimonta come piace a lei. Una gara preparata minuziosamente con Matteo Giunta, allenatore con cui si trova magnificamente e assieme al quale vuole fortemente raccogliere tanti altri successi.

Una ragazza di 28 anni che ha ancora tanta voglia di sacrificarsi, di lavorare e di migliorare perché sono caratteristiche che lei si porta scritte nel suo Dna di campionessa nello sport e nella vita.

Non si deve comunque dimenticare o togliere l'importanza che invece ha la seconda medaglia, quell'argento nella staffetta 4x100 che mai prima l'Italia aveva conquistato.

Ma questa Italia con la Pellegrini è sempre da podio, senza di lei diventa poca cosa, senza con questo volere sminuire il valore delle sue compagne che sono comunque fondamentali per fare tempi come il 3’30”28 che ci ha dato l'argento. Anzi la Silvia di Pietro ha fatto un tempo inferiore a quello della Pellegrini, ma è comunque la Divina che trascina le compagne alla vittoria.