Il numero uno del Ciclismo mondiale che finisce in una squadra che fino a qualche settimana fa era in seconda divisione? Sembrava impossibile, invece il grande colpo dell’ultimo ciclomercato è stato proprio il passaggio del due volte Campione del Mondo Peter Sagan nella piccola Bora. Ma perché con tanti squadroni il fuoriclasse slovacco ha scelto proprio una formazione che non ha mai corso prima nel World Tour? Il manager del corridore, l’ex campione olimpico Giovanni Lombardi, e quello della squadra, Ralph Denk, hanno ricostruito le fasi del colpo a Velonews.

Sagan, il no della Etixx Quickstep

Una volta capito che la Tinkoff avrebbe chiuso la sua attività a fine stagione, Giovanni Lombardi si è messo al lavoro per trovare l’opzione giusta per il futuro di Sagan. Già a gennaio di un anno fa sono partiti i contatti per cercare una nuova squadra. Giovanni Lombardi ha spiegato che la priorità per Sagan era quella di poter portare con sé un gruppo di lavoro di una decina di uomini tra corridori e personale. Questo ha reso difficile trovare un accordo con squadre già ben organizzate e strutturate come Etixx Quickstep e Astana, i team forniti dalla Specialized, la marca di bici fortemente intenzionata a veder pedalare ancora Sagan sui propri gioielli. La Specialized ha spinto per far passare Sagan alla Etixx, ma l’incontro avvenuto durante il Giro di California non è andato a buon fine.

“La Etixx è una macchina ben oliata e assorbire tutto quel personale e i corridori ne avrebbe cambiato le dinamiche” ha spiegato Slate Olson di Specialized.

Ciclismo, verso la nuova Bora Hansgrohe

Durante il Giro d’Italia è avvenuto il contatto decisivo. Il team manager dell’allora Bora Argon 18, Ralph Denk, ha incontrato i rappresentanti di Specialized spiegando il suo piano per portare la squadra a livello World Tour.

“Avevamo solo 14 corridori per il 2017, ero alla ricerca di personale e atleti con esperienza nel World Tour” ha spiegato Denk. Lo sponsor Bora ha dato il suo assenso all’operazione Sagan, ma senza potersene assumere in pieno i costi. Denk è riuscito a trovare il pezzo mancante del puzzle, quel secondo sponsor di peso, la Hansgrohe, che ha dato i capitali mancanti.

Decisivo in questo caso è stata la presenza nel reparto marketing di Hansgrohe di Philiph Harinck, che già aveva contribuito alla sponsorizzazione di Berry Group nella Us Postal di Lance Armstrong. Harinck conosceva bene le potenzialità del ciclismo e di una stella come Peter Sagan ed ha così spinto per far entrare Hansgrohe, un colosso da un miliardo all’anno di fatturato, come secondo sponsor della Bora. A questo punto la Specialized ha lasciato la Astana cominciando una fornitura con la nuova Bora Hansgrohe. Così Ralph Denk è riuscito a mettere insieme tutti i pezzi che hanno portato al colpo ad effetto. Già in giugno il contratto triennale di Peter Sagan era pronto, e insieme al campione slovacco altri 13 uomini provenienti dalla Tinkoff, tra corridori, massaggiatori e meccanici, sono andati a rafforzare la Bora Hansgrohe.