Un coro di critiche ha investito RCS Sport dopo la decisione, annunciata ieri, di chiamare due squadre straniere tra le quattro invitate al Giro d’Italia 2017, escludendo invece Androni e Nippo. Dalle pagine della Gazzetta dello Sport il responsabile dell’area Ciclismo di RCS, Mauro Vegni, ha spiegato i motivi che hanno portato ad una scelta così penalizzante per le squadre italiane. Vegni ha parlato di mancanza di progetti per i team nostrani, ma anche della necessità di prendere in considerazione criteri non solo sportivi ma anche commerciali.

Vegni: “Ciclismo italiano in crisi non per colpa nostra”

Mauro Vegni ha ovviamente difeso le scelte sull’assegnazione delle wildcard, l’esclusione di Androni e Nippo a vantaggio di team stranieri, accusando le squadre italiane di mancanza di progetti. “La crisi del ciclismo italiano non deriva dalle scelte per il Giro d’Italia, ma dal fatto che il movimento si è alimentato per anni su un modello sbagliato: o faccio il Giro o chiudo la squadra” ha accusato Vegni alludendo in maniera evidente alla presa di posizione di Mario Androni che ha annunciato di voler chiudere la sponsorizzazione a fine anno. Vegni ha ribadito che Androni e Nippo sono state invitate ad altre corse importanti come Milano Sanremo e Tirreno Adriatico.

Ma come ha fatto notare il team manager della Nippo, Francesco Pelosi, queste gare sommate non avvicinano neanche lontanamente la visibilità che garantisce il Giro d’Italia.

Criteri sportivi e commerciali

Vegni ha elogiato la Bardiani per il suo progetto rivolto interamente ai giovani corridori italiani, e sottolineato il fatto che la Wilier, la cui posizione pareva più incerta di Nippo e Androni, è arrivata seconda nella classifica a squadre della Coppa Italia, davanti dunque alle due squadre escluse.

Fin qui si sarebbe tenuto conto di un criterio sportivo, anche se certamente non va dimenticato il peso che può aver avuto la presenza di Selle Italia, sponsor della Wilier e allo stesso tempo del Giro d’Italia. Vegni non ha comunque nascosto che i criteri sportivi non sono stati gli unici ad essere tenuti in conto. Il peso economico degli sponsor e l’opportunità di dare al Giro d’Italia un’esposizione mediatica più importante in paesi nuovi come la Polonia ha avuto un ruolo determinante per la scelta di Gazprom e CCC.

Bisogna ricordare che tra la Polonia e il Giro c’è in ballo una trattativa per la partenza dell’edizione 2018 della corsa rosa, un affare che può contare diversi milioni di euro. “Gazprom è sponsor della Champions League ed ha progetti importanti per il futuro” ha spiegato Vegni “La Polonia è un mercato nuovo ed interessante, abbiamo considerato anche aspetti politici e commerciali, non solo sportivi”.