La discesa in campo dei capitali mediorientali nel Ciclismo con la nascita di due nuove squadre non è piaciuta a tutti. Abituato a dare dei giudizi netti e senza giri di parole, l’ex corridore e direttore sportivo francese Cyrille Guimard, ha parlato a Cyclisme Actu in termini molto negativi dell’arrivo di una squadra come il Team Bahrain Merida. L’ex Ds di Hinault e Fignon ha bollato la squadra del Bahrain come un’operazione rivolta solo al business che non dà nessun apporto al ciclismo.

Guimard: “Una squadra che è solo business”

La stagione 2017 del grande ciclismo porterà la grande novità di due squadre allestite con capitali mediorientali.

Al Team Bahrain Merida di Vincenzo Nibali si è aggiunta anche la UAE Abu Dhabi che ha preso il posto della Lampre. Due squadre che hanno un’anima molto italiana, visto che tra i corridori e lo staff il tricolore è la bandiera predominante, ma che sono sostenute finanziariamente dagli emiri del Bahrain e di Abu Dhabi. Non tutti nel mondo del ciclismo hanno apprezzato l’arrivo di queste squadre, visto che si tratta di formazioni sorte in paesi senza storia e senza passione per questo sport, come hanno dimostrato i recenti Mondiali in Qatar. Tra i detrattori di queste squadre sostenute solo da interessi commerciali c’è anche Cyrille Guimard, una voce senza peli sulla lingua.

L’ex corridore, e soprattutto Ds dei trionfi di Fignon e Hinault, ha espresso un giudizio categorico sul progetto del Bahrain, che secondo lui non lascerà niente dietro di sé una volta che i finanziatori avranno completato i loro scopi commerciali: “Il Team Bahrain è nato in un paese in cui non c’è un corridore.

Sappiamo che lo fanno solo per business, useranno il ciclismo per farsi conoscere, per l’immagine” ha spiegato Guimard. “Credo che il ciclismo andrebbe usato anche per il sociale, per l’educazione. Quando non ne avranno più bisogno non ci sarà più la squadra. Bisogna guardare alle spalle: ci sono delle scuole di ciclismo, dei progetti per i giovani e per le donne? No, niente, solo business. Penso che questo non dia nessun apporto al ciclismo!”.