È stato il solito Peter Sagan quello che ha vissuto e fatto vivere un grande finale di Milano-Sanremo agli appassionati di Ciclismo. Senza troppi tatticismi il Campione del Mondo ha interpretato d’istinto il Poggio e gli ultimi chilometri, regalando spettacolo ma mancando il bersaglio grosso per un soffio.
Delusione? Neanche troppa, perché Sagan è questo: temperamento battagliero e voglia di dare sempre qualcosa al pubblico senza uniformarsi alla logica di risparmio che pensa solo al risultato, come ha sottolineato il campione nelle prime dichiarazioni del dopo corsa.
Sanremo, il colpo di Sagan
In una Milano-Sanremo davvero avara di emozioni e spunti interessanti, l’unico momento davvero trepidante l’ha regalato naturalmente Peter Sagan. Senza troppi calcoli il Campione del Mondo è partito deciso sul Poggio per andarsene da solo. Solo Alaphilippe e Kwiatkowski sono riusciti a tenere testa all’ accelerata dello slovacco della Bora, ma hanno dato una collaborazione relativa.
Sagan non si è però sottratto, spendendo ancora tante energie che nello sprint finale sono venute a mancare quando Kwiatkowski lo ha superato di pochi centimetri. “Alla fine è andata come è andata, Kwiatkowski ha dato un cambio e Alaphilippe anche”, ha raccontato ai microfoni della Rai Sagan sottolineando bonariamente l’atteggiamento opportunistico dei compagni d’avventura.
“Ho pensato che avevo una buona gamba per fare la volata, ma negli ultimi chilometri loro avevano recuperato più di me”.
Spettacolo da campione
Nonostante il secondo posto beffardo la Milano-Sanremo di Peter Sagan si è conclusa con la conferma della sua statura di campione e fenomeno a tutto tondo del ciclismo. Un fuoriclasse capace di mettere al primo posto lo spettacolo, l’emozione che lascia qualcosa al pubblico, e non l’atteggiamento rinunciatario e l’eccesso di calcoli e strategie. “I risultati non c’entrano niente, l’importante è fare spettacolo per la gente” ha concluso il Campione del Mondo spiegando perfettamente il suo modo di intendere il ciclismo e la vita.
