La Milano-Sanremo prende per la prima volta la strada della Polonia. In un finale dai riflessi iridati Michal Kwiatkowski ha superato di una manciata di centimetri Peter Sagan e Julian Alaphilippe. Una conclusione beffarda per Sagan, che aveva costruito la fuga a tre risultata vincente e condotto con grande autorevolezza tutto il finale. Per gli italiani poca gloria, con il solo Elia Viviani nella top ten al nono posto.

Milano-Sanremo, dieci all’attacco

La Milano-Sanremo è partita con un attacco di dieci corridori che ha dato subito una fisionomia definita alla corsa.

Ad entrare nella fuga sono stati Nico Denz (Ag2r La Mondiale), Mattia Frapporti (Androni-Sidermec), Mirco Maestri (Bardiani-CSF), William Clarke, Tom Skujins (Cannondale-Drapac), Ivan Rovny (Gazprom-Rusvelo), Alan Marangoni (Nippo-Fantini), Umberto Poli (Novo Nordisk), Federico Zurlo (UAE Team Emirates), Julen Amezqueta (Wilier-Selle Italia). I battistrada hanno proseguito di buon accordo ma senza tirare a tutta e il gruppo si è adeguato, con le squadre dei favoriti a dividersi equamente il compito di tenere la testa. Il Turchino, l’arrivo in Riviera e i Capi non hanno smosso la situazione, con una media sempre sotto i 40. Poi avvicinandosi alla Cipressa la bagarre per tenere le prime posizioni si è fatta rovente e proprio all’imbocco della salita la fuga si è conclusa.

Sagan, finale beffardo

La corsa però non si è accesa sulla Cipressa, con solo un tentativo di Wellens e Cattaneo e un buon ritmo tenuto dai Sunweb per Matthews. Solo Cavendish tra i favoriti della vigilia è rimasto attardato, con il gruppo ancora folto di 70 corridori allo scollinamento. L’opera di accerchiamento ed isolamento ai danni di Peter Sagan non c’è praticamente stata, così la sua Bora Hansgrohe ha potuto controllare tranquillamente i tentativi tra Cipressa e Poggio.

Poi è stato di nuovo il turno della Sunweb di alzare il ritmo sul Poggio con Dumoulin, ma senza strappi. Per avere la prima, e unica, fiammata di giornata si è dovuti arrivare fin quasi in cima alla salita, dove Peter Sagan ha preso il suo momento con autorità e grinta.

Il Campione del Mondo è partito a tutta piegando Colbrelli e Degenkolb, ma Alaphilippe e Kwiatkowski sono riusciti a rispondere e scollinare con lo slovacco.

Sagan ha condotto la discesa, poi ha trovato qualche timido cambio dai due compagni d’avventura al ritorno nel piano finale, con il gruppo che non è mai sembrato avere le forze per raggiungerli. Nell’ultimo km Sagan è dovuto rimanere davanti, facendo i conti di energie, distanze e secondi per trovare la quadratura a cui è però mancato qualche centimetro. Kwiatkowski ha trovato il guizzo giusto nelle ultime pedalate grazie a qualche energia risparmiata a ruota ed è andato a vincere di un soffio. A Sagan è rimasto un secondo posto beffardo al termine di un finale da gigante, con Alaphilippe terzo e Kristoff a battere il gruppo degli sconfitti.