Il Gran Premio del Qatar, che ha aperto la stagione della Moto GP 2017, si è corso in condizioni particolari a causa del maltempo che in una pista progettata senza opportuno drenaggio ha creato qualche problema di troppo. Senza ovviamente nulla togliere ai protagonisti della corsa, va detto che i valori in campo saranno senz’altro da verificare nelle prossime gare quando si potrà effettivamente capire chi sarà in grado di mantenere il livello di rendimento alto sino a fine della stagione.

In casa Ducati, il risultato di Dovizioso ha entusiasmato anche i suoi detrattori, proprio perché ottenuto con intelligenza e caparbietà, confrontandosi con un Maverick Viñales che sicuramente ha dimostrato di essere velocissimo.

La prestazione di Jorge Lorenzo

La prestazione di Lorenzo alla sua prima uscita ufficiale in gara con la Desmosedici 2017 invece ha certamente deluso anche chi aveva la consapevolezza che il lavoro di adattamento fosse ben lungi dall’essere completato a breve; la posizione all’arrivo poteva essere ben più negativa se non ci fossero state le varie cadute, francamente ci si aspettavano delle difficoltà ma non tali da far scomparire dalle telecamere il fuoriclasse maiorchino.

Va detto per correttezza che Lorenzo aveva accusato ritardi simili anche in sella alla Yamaha in passato, quando il feeling soprattutto con la gomma anteriore era mancato. Sicuramente non un bell’esordio ma al di là del risultato e di tutte le difficoltà di adattamento, lo scopo a medio termine di questo investimento importante effettuato dalla casa di Borgo Panigale è ben altro.

Lorenzo ha una lunga esperienza su una moto come la Yamaha con motore 4 cilindri in linea che favorisce la geometria della ciclistica e che si guida come su un binario in curva. Il propulsore a V e le relative geometrie rendono invece la Desmosedici sottosterzante in uscita di curva e per Lorenzo non è facile adattarsi quindi sulla carta potrebbe sembrare il pilota meno indicato allo scopo, tuttavia il bagaglio di esperienza da lui maturato in Yamaha potrebbe fare la differenza.

La casa bolognese si è indubbiamente esposta ad una serie di rischi e critiche che saranno da confermare o smentire con i risultati in gara ma ciò che forse non è così evidente è lo sforzo che il team di Dall’Igna sta compiendo per far sì che la moto possa essere interpretabile anche da piloti con caratteristiche diverse da Stoner.

Il super tester Stoner con la Desmosedici è andato sempre forte sin da subito, l’australiano sembra in grado di “assorbire” i limiti del mezzo, non dimentichiamo che dai dati telemetrici di Casey ha imparato molto un pilota come Marquez quando arrivò in Honda. Ducati essendo costretta al successo con Jorge per una questione di immagine lo farà anche a costo di qualche stravolgimento tecnico come già ha dimostrato in passato.