Non è stata una Parigi Roubaix fortunata per Peter Sagan. Il Campione del Mondo nelle retrovie, stanco e deluso. Per ben due volte il leader della Bora Hansgrohe è stato fermato da altrettante forature in momenti chiave della corsa. Prima quando stava attaccando con il compagno di squadra Bodnar e successivamente mentre si stava riagganciando al gruppetto che poi si è giocato la vittoria in volata. Lì la sua corsa è praticamente finita, riassorbito dal gruppo inseguitore e poi staccato nel finale, ormai svuotato di tutte le energie psicofisiche.

Sagan: 'Le corse sono così'

Una Sanremo persa per pochi centimetri, un Fiandre visto passare via per una caduta, ed ora la Roubaix condizionata fortemente da due forature. Peter Sagan ha probabilmente commesso qualche errore, ma non è stato certo nemmeno fortunato in questa stagione di classiche. Il Campione del Mondo ha poco di cui rammaricarsi nel dopo corsa della Parigi Roubaix. “E’ stata una corsa molto difficile e molto veloce - ha dichiarato Sagan - i miei compagni di squadra hanno fatto un ottimo lavoro per tutta la giornata, ma ho avuto due forature in due momenti cruciali, quando ero in buona posizione e stavo attaccando”. Tuttavia Sagan ha preso con filosofia questa ennesima delusione della sua campagna di classiche: “Come ho già detto, per vincere la Parigi Roubaix serve anche altro, non basta solo essere forti e in forma.

Ma questo fa parte delle corse e ci riproverò l’anno prossimo”.

Bora, la sfortuna ha cambiato la Roubaix

Anche la direzione tecnica della squadra ha analizzato la Parigi Roubaix senza dover imputare nulla né al suo leader né al resto della squadra. Sagan era davanti nei momenti che contavano, in un’occasione spalleggiato da un ottimo Bodnar, ed è stato fermato da due forature, due banali colpi di sfortuna.

“Quelle forature hanno cambiato la nostra Parigi Roubaix” ha sottolineato Jan Valach, ds della Bora Hansgrohe “Eravamo in buona posizione quando Peter e Maciej hanno attaccato insieme. Stavano entrambi bene e Bodnar si stava sacrificando per far risparmiare energie a Sagan. Poi c’è stata la foratura e Peter ha dovuto spendere tante energie per tornare sul gruppo.

Quando ha attaccato una seconda volta ha subito un’altra foratura ed è stata la fine. È un vero peccato perché oggi sia Peter che la squadra stavano davvero bene”. Alla fine Sagan si è fatto da parte, spento nel fisico e nel morale, arrivando ad oltre cinque minuti da Van Avermaet.