Il giorno dopo il drammatico incidente avvenuto al rally targa florio, prova del Campionato Italiano Rally e del Campionato Italiano Rally Autostoriche, Palermo è ancora attonita. Questa disgrazia non ci voleva. Il dolore è profondo e la grande comunità di appassionati che vive nel capoluogo siciliano si stringe attorno agli organizzatori della gara. Purtroppo questo non basta a ridarci Giuseppe Laganà, il commissario di percorso investito, e Mauro Amendolia, il pilota della Mini Cooper sbandata sulla neve della PS. Il "senno di poi" serve a fare il punto sull’accaduto.

Serve a capire meglio cosa e come è successo e se la macchina dei soccorsi ha funzionato. Stando a quanto riferito dal direttore di gara e dal medico rianimatore sarebbe stato fatto tutto il possibile.

L’incidente alle 11.37

Marco Cascino, il direttore di gara, conferma che "l'incidente mortale è capitato mentre si stava disputando la prova speciale numero 3, denominata “Piano Battaglia”. La PS in questione era regolarmente partita alle 10.59, proprio come previsto dalla tabella tempi-distanze della competizione approvata dalla federazione sportiva”. La vettura con sulle fiancate il numero 29, guidata da Mauro Amendolia, prende il via della PS alle 11.28. Anche in questo caso come previsto dalla sua tabella di marcia.

“Alle 11.37 - prosegue il dg Cascino - dalla direzione di gara abbiamo cominciato a chiedere notizie via radio sulla situazione dell’equipaggio in questione. C'era qualcosa di strano. Qualcosa che non tornava. Dal controllo dei dati inviati dal tracking system, la vettura degli Amendolia ci risultava ferma sul tracciato della PS, ma stranamente non aveva lanciato nessun segnale di sos”.

Partono le verifiche

“Abbiamo richiesto informazioni a tutte le postazioni di commissari di percorso, dal punto intermedio numero 1 fino al controllo stop. In pratica, dal chilometro 7,500 fino alla fine della prova speciale - rivela il direttore di gara -. Controllo stop compreso. Era un atto dovuto acquisirle e anche in tempi relativamente brevi.

Sembrava strano il fatto che l’equipaggio Amendolia-Amendolia, composto da padre e figlia, non fosse passato dalla postazione numero 31 dei commissari di percorso, che si trovava proprio al chilometro 9,630. A questo punto, abbiamo richiesto al controllo stop, che era situato al chilometro 14,500 dalla partenza della prova speciale, di acquisire ulteriori informazioni sul concorrente numero 29 dagli equipaggi numero 30 e numero 32”.

Scattano i soccorsi

I concorrenti partiti dopo Amendolia-Amendolia (i numeri 30 e 32) raggiungono rispettivamente il controllo stop alle 11.44 e alle 11.46. E subito dopo “il responsabile del controllo stop ci riferisce che la vettura numero 29 si trova ferma lungo il percorso.

Ha avuto un incidente ma non ha esposto il cartello con la richiesta di soccorso”. La realtà è tragica: pilota e commissario sono già morti e la navigatrice è intrappolata tra le lamiere. La direzione di gara del Rally Targa Florio obbliga all’esposizione della bandiera rossa tutte le postazioni intermedie. Sono le 11.49. In prova speciale ci sono i numeri 201, 202, 203 e 204, che ovviamente vengono fermati in corsa. Con la PS vuota il direttore di gara Cascino fa intervenire i soccorsi: nell’ambulanza c’è il coordinatore sanitario, il dottore Davide Di Fabrizio. L’ambulanza di rianimazione si trova al chilometro 7,500 e arriva sul posto che giungevano sul posto 11.53. Poco dopo arriva anche il team di decarcerazione-antincendio”.

‘Erano già morti’

Arrivato sul posto dell’incidente, il medico rianimatore Davide Di Fabrizio racconta che “ci siamo subito prodigati per prestare soccorso alle persone coinvolte nel tragico incidente: complessivamente tre. Purtroppo, abbiamo immediatamente constatato che non c’era più nulla da fare per due di loro: il pilota, Mauro Amendolia, e il commissario di percorso, Giuseppe Laganà, erano già morti. Per fortuna, era ancora viva la navigatrice, Gemma Amendolia”, che il team di decarcerazione ha salvato liberandola dalle lamiere dell’auto. La ragazza era cosciente e l’ambulanza l’ha portata immediatamente presso l’Ospedale di Petralia Sottana, dove le è stata fatta una tac, che ha permesso di escludere eventuali emorragie celebrali. Però, una grave commozione celebrale ha indotto i medici a trasferirla rapidamente nel reparto di rianimazione dell’Ospedale Civico di Palermo. Lì è stata messa in coma farmacologico.