Se il 'marziano' Usain Bolt è tornato bruscamente sulla Terra dopo anni di orbita interstellare, il mezzofondo al femminile conferma la straordinaria forza di un'atleta che aveva già brillato in maniera sfolgorante alle Olimpiadi brasiliane dello scorso anno. Almaz Ayana veniva da un periodo di inattività, causa infortunio: per questo qualcuno nutriva più di un dubbio sulla conferma iridata della 26enne etiope che a Rio aveva ulteriormente nobilitato la sua vittoria sui 10.000 metri con il primato del mondo. Invece, definire trionfale la cavalcata della Ayana sulla distanza più lunga in pista, non rende esattamente l'idea di ciò che si è visto allo stadio Olimpico di Londra.

Quando ha capito di avere la gamba giusta per tentare l'allungo, la giovane e talentuosa ragazza africana ha aumentato l'andatura e si è scrollata di dosso tutte le avversarie, correndo in perfetta solitudine e prendendosi anche il lusso di doppiare parecchie rivali. Almaz Ayana ha dunque vinto il suo secondo titolo mondiale, il primo sui 10.000 metri, con il tempo di 30'16"32. La seconda classificata, la connazionale e pluricampionessa olimpica e mondiale Tirunesh Dibaba, ha accusato un distacco di ben 46". Il bronzo è invece andato alla keniota Agnes Jebet Tirop.

Salto in... Luvo

Pronostico rispettato nella finale di salto in lungo maschile, dove a vincere il titolo mondiale è stato il sudafricano Luvo Manyonga grazie alla misura raggiunta di 8,48 metri nel secondo salto.

Alle sue spalle si classifica lo statunitense Jarrion Lawson che nell'ultimo salto ha sfiorato la grande impresa, giungendo ad appena quattro centimetri dal vincitore. Un successo che consola parzialmente gli americani dopo la clamorosa eliminazione nelle qualificazioni del campione olimpico Jeff Henderson. A completare il trionfo del Sudafrica c'è il terzo posto con la conseguente medaglia di bronzo per Ruswahal Samaai che ha conquistato il gradino più basso del podio grazie agli ultimi due salti, 8,27 ed 8,32 metri che gli hanno consentito di sorpassare il russo (che gareggiava da indipendente) Aleksandr Menkov.

Epiloso inatteso, infine, nella finale maschile del lancio del disco: il titolo mondiale è andato al lituano Andrius Gudzius il cui attrezzo è arrivato alla misura di 69,21 metri, appena due cm in più dello svedese Daniel Stahl che si è dovuto accontentare della piazza d'onore. Terzo classificato lo statunitense Mason Finley, 68,03 metri la sua performance.