Il primo anno da ex corridore è passato senza rimpianti e senza problemi per Fabian Cancellara. Il campione svizzero ha vissuto serenamente il distacco dalle corse e dall’agonismo ed ora è impegnato su diversi fronti. Cancellara ha partecipato ad alcune prove di triathlon ed è ambasciatore delle bici Trek, la casa costruttrice che lo ha accompagnato nella seconda parte della carriera. In una lunga intervista concessa al giornale spagnolo Marca, il campione svizzero ha parlato a tutto tondo, tornando anche sulle accuse di doping tecnologico che lo hanno inseguito per anni.

Cancellara: ‘All’inizio non gli ho dato molta importanza’

Tra quelli delle tante vittorie leggendarie c’è un video riguardante Fabian Cancellara che ha ottenuto clamorosamente più visualizzazioni di tutti quanti su Youtube. È quello realizzato dal giornalista Michele Bufalino sette anni fa e che accusava il fuoriclasse svizzero di aver usato una bici truccata, il famigerato motorino, per vincere il Giro delle Fiandre e la Parigi Roubaix. Sono quasi cinque milioni le visualizzazioni di quel filmato che ha sollevato grande clamore, pur senza portare nessuna vera prova contro Cancellara. Ora, a carriera ampiamente conclusa, il campione è tornato a parlarne dalle pagine di Marca. “All’inizio, quando è uscito, non gli ho dato molta importanza, l’ho accettato.

Poi però non è bello che la gente pensi che io avevo un motore nella bici” ha raccontato Cancellara respingendo una volta di più tutte le accuse e i sospetti che gli sono piovuti addosso in questi anni. “Se le persone guardano le mie vittorie, il mio stile, si devono rendere conto che il mio motore sono le gambe. Non c’era nessun motore sulla bici, io ho sempre corso onestamente” ha aggiunto il campione svizzero.

‘Un anno passato velocemente’

Cancellara ha raccontato anche qualcosa della sua nuova vita da ex corridore, svelando una conversione molto serena al post agonismo. “Ho molti progetti e quest’anno è passato velocemente, quando correvo avevo più tempo di quanto ne ho oggi” ha confidato il bernese. “Ora ho altri ritmi ed altre preoccupazioni mentre prima dovevo concentrarmi unicamente sulle corse” ha continuato Cancellara, che è impegnato in qualità di ambasciatore della Trek e sta correndo nel triathlon come uomo immagine della Adecco.

Il campione svizzero ha parlato anche dell’addio di Contador e della difficoltà di capire il momento giusto in cui dire basta: “La cosa importante è che ciascuno decida quando è meglio smettere. Sono scelte complicate, io ero incerto se farlo dopo le classiche o a fine stagione e alla fine l’ho fatto nel migliore dei modi, dopo l’oro olimpico di Rio” ha concluso Cancellara.