Il progetto di Ciclismo che ha in mente il nuovo presidente dell’Uci David Lappartient sembra preannunciare una vera rivoluzione per il mondo dello sport a pedali. Ad un paio di mesi dalla sua elezione il dirigente francese ha già parlato di una serie di riforme che darebbero un volto molto diverso al ciclismo, dalla riduzione a sei del numero di corridori che ogni squadra può schierare alle corse a tappe, fino ai divieti per radioline o misuratori di potenza. Dopo l'idea sui tetti al budget delle squadre, l’ultima proposta lanciata da Lappartient va però ancora oltre, andando a toccare la storia del ciclismo.

Lappartient: ‘Calendario affollato’

David Lappartient è stato eletto presidente dell’Uci, la Federazione internazionale del ciclismo, nello scorso settembre, succedendo al britannico Brian Cookson. Il nuovo presidente ha promesso una serie di riforme per creare un ciclismo più spettacolare e moderno. I progetti espressi da Lappartient stanno facendo molto discutere, e l’ultima idea lanciata dal dirigente francese non mancherà di aumentare il tono del dibattito. Il tema sono i grandi giri a tappe e la loro durata. Secondo Lappartient le tre settimane di corsa di Giro d’Italia, Tour de France e Vuelta Espana sono eccessive. “Dobbiamo ragionare considerando l’affollamento del calendario” ha dichiarato il presidente dell’Uci in un’intervista concessa a Repubblica.

“I grandi giri occupano più di sessanta giorni di gara. Toccare il Tour è difficile, su Giro e Vuelta ci confronteremo” ha aggiunto il dirigente francese.

Un Giro accorciato?

L’idea di Lappartient sarebbe quella di tagliare il Giro d’Italia e la Vuelta Espana di una settimana, lasciando di fatto solo al Tour il ruolo di grande corsa a tappe di tre settimane.

Il progetto è stato prontamente rispedito al mittente dal direttore del Giro d’Italia Mauro Vegni: ‘Taglieremo una settimana solo se lo farà anche il Tour” ha spiegato Vegni, contando sull’impossibilità di decimare un evento intoccabile come la corsa più importante del mondo. Il progetto di Lappartient va in realtà contro la storia del ciclismo, visto che già dagli anni Trenta il Giro d’Italia si disputa sulla distanza di tre settimane, una durata che è diventata canonica e rituale, una liturgia scandita dal trascorrere delle tappe fino a scoprire il corridore più resistente che emerge proprio nella terza settimana.