Si torna a parlare di doping tecnologico nel mondo del Ciclismo, il famigerato motorino che si teme possa essere stato usato da qualche corridore. A finire nell’occhio del ciclone, senza peraltro delle vere e concrete prove, è nuovamente Fabian Cancellara. Il fuoriclasse svizzero è stato tirato in ballo da un semisconosciuto ex corridore americano che in un libro appena uscito ha riportato alcune rivelazioni fatte dai compagni di Cancellara. L’Uci ha annunciato di voler prendere sul serio queste voci e di voler indagare sulla questione.

Gaimon: le rivelazioni dei compagni di Cancellara

Quello di Phil Gaimon non è certo un nome di primo piano nel mondo del ciclismo. Americano classe ’86, Gaimon ha corso sempre in piccole formazioni del suo paese, tranne nelle stagioni 2014 e 2016 in cui ha militato in Garmin e Cannondale. A trent’anni Gaimon ha smesso di correre ed ora ha pubblicato la sua autobiografia, “Draft animals”. L’ex corridore è riuscito a far accendere i riflettori su una pubblicazione che probabilmente sarebbe passata quasi inosservata. Gaimon ha accusato in maniera diretta Fabian Cancellara di aver usato una bici truccata nel corso della sua carriera ed ha raccontato come è arrivato a questa convinzione. “Ho respinto questa idea finchè non ho sentito parlarne ad alcuni suoi ex compagni di squadra” ha scritto l’ex corridore nel suo libro.

“Mi hanno detto che Cancellara aveva il suo meccanico, la sua bici era tenuta separata da quelle degli altri” ha aggiunto Gaimon, che ha spiegato di aver studiato attentamente i filmati delle vittorie del fuoriclasse svizzero. “Le sue accelerazioni non sembrano naturali, è come se avesse dei problemi a restare agganciato ai pedali” ha commentato l’ex corridore americano, che si dice anche convinto che il doping tecnologico sia ormai sparito dal ciclismo attuale.

L’Uci vuole indagare

La reazione dell’Uci dopo la pubblicazione del libro di Gaimon e il grande risalto dato a questi passaggi su Cancellara è stata molto decisa. Il nuovo presidente della Federazione, il francese David Lappartient, ha annunciato di voler fare piena luce su quanto affermato da Gaimon. “Cercheremo di avere maggiori informazioni ed indagheremo” ha spiegato Lappartient a Cyclingnews.

“Vogliamo sapere cosa c’è dietro, naturalmente abbiamo sentito queste voci, come tutti, e quindi indagheremo. Spero che tutto questo non sia mai successo nel ciclismo professionistico, se così invece fosse sarebbe un disastro per l’immagine del nostro sport” ha concluso Lappartient.