C’è un nuovo capitolo sul tema del Doping tecnologico nel mondo del Ciclismo professionistico. In Francia è stata aperta un’inchiesta che promette di coinvolgere alcuni nomi grossi. Due prestigiosi magistrati stanno indagando su famigerati motorini che sarebbero stati usati nelle gare pro. La rivelazione ha suscitato la pronta reazione dell’Uci e del suo presidente David Lappartient, che si è detto pronto a collaborare con i magistrati per fare maggior chiarezza possibile.

Un intrigo al più alto livello

Dei motorini nascosti nelle biciclette si parla ormai da alcuni anni nel mondo del ciclismo.

Molti sono stati gli episodi che hanno suscitato sospetti. Tra i più chiacchierati si ricordano i cambi di bici di Contador, le imprese di Cancellara con qualche presunto movimento delle dita a schiacciare dei tasti nascosti, o la ruota di Hesjedal che continua a girare dopo una caduta. Tanti sospetti, ma niente di concreto, nessuna prova e un clima che è finito per diventare quasi da caccia alle streghe. L’Uci ha avviato una massiccia campagna di controlli, trovando una sola bicicletta truccata, quella della crossista belga Van den Driessche. Vari dossier hanno però documentato l’inefficacia dei controlli dell’Uci, effettuati tramite dei tablet, nei confronti dei più moderni ritrovati della tecnologia in fatto di motorini nascosti.

La Francia è particolarmente attenta a questo tema. Dopo l’indagine giornalistica condotta da France 2 che ha messo in dubbio l’operato dell’Uci in merito ai controlli, è arrivata ora la notizia dell’apertura di un’inchiesta giudiziaria del Tribunale delle Grandi Istanze di Parigi. Come annunciato dal giornale Le Canard Enchainè, due magistrati francesi stanno indagando dalla scorsa estate per mettere in luce i legami tra squadre, aziende private e altre istanze del ciclismo.

Secondo quanto riportato dal giornale ci sarebbe stato un patto di corruzione ai più alti livelli internazionali che avrebbe permesso ad alcuni grandi corridori di poter usufruire dei motorini tecnologicamente più evoluti.

La posizione dell’Uci

La notizia ha presto fatto il giro del mondo del ciclismo, e l’Uci ha espresso la sua posizione al riguardo.

Rispondendo a Cyclingnews la Federazione del ciclismo internazionale ha mostrato grande interesse per l’iniziativa. Il nuovo presidente, il francese David Lappartient, ha messo la lotta alla frode tecnologica tra i punti fermi del suo programma. “Prendiamo atto delle informazioni pubblicate oggi da Le Canard Enchainè che riferiscono che è in corso un’inchiesta nella lotta al doping tecnologico” si legge nella nota dell’Uci. “Questa è una delle priorità del presidente Lappartient, l’Uci è disponibile a fornire qualsiasi aiuto necessario alle giurisdizioni competenti” conclude la nota federale.