Sono in molti a sostenere chequella del Canone Rai sia una tassa chenon ha ragione di esistere. A conferma di ciò esiste anche una petizione,firmata da migliaia di persone e depositata nel dicembre 2012. A combatteretale causa, adesso, sono in misura sempre maggiore elementi politici in gradodi portare avanti una battaglia e vincerla.

Lo scorso ottobre l’abolizionedel canone Rai è stata ufficialmente argomento di discussione presso il Parlamento Europeo. A promuovere laproposta è stata Maria Bizzotto, eurodeputata leghista, e il Clirt (Comitatoper la Libera Informazione Radio Televisiva).

La Commissione Petizioni (presiedutada Erminia Mazzoni) ha già preso in causa la questione, proponendosi di indagare sulle anomalie del canone Rai.

La Commissione di VigilanzaParlamentare della Rai è stata convocata e come ha affermato l’On. Bizzotto questo ha rappresentato un’importante azione controla “rapina di Stato” del canone, cheha dimostrato come la Rai “non è e non fa servizio pubblico e come i suoiscandali e disservizi siano qualcosa di unico in Europa e probabilmente nelmondo”. Tale abbonamento parrebbe violare inoltre la concorrenza libera nell’UnioneEuropea.

Per la Rai, quella del canone, èun’opzione a cui è dura rinunciare, dato che costituisce il 50% delle entratetotali. Per questo ha tentato di difendersi come ha potuto, ottenendo però difatto pochi consensi.

Intervenuta, per convoca, anche la Commissione UE, trovatasi tuttavia palesemente in difficoltà nelmomento in cui ha dichiarato di non essere a conoscenza della sentenza delConsiglio di Stato (30 agosto 2013) che condannava la Rai per aver violato ilcontratto di pubblico servizio in relazione a Sky-TVSat e per aver usato illegittimamentei finanziamenti (ricevuti per mezzo del canone) per fini estranei al suo ruolodi servizio pubblico, in netto contrastocon le normative europee.

In conclusione: la battaglia probabilmentesarà lunga, ma è già cominciata.