Con la Legge di Stabilità è scattatadal 1 gennaio 2014 la nuovaimposizione sulle sigarette elettroniche(c.d. e-cig); il provvedimento normativo – limitatamente a questa nuova imposta– veniva repentinamente impugnato ed oggi il Tar del Lazio si è pronunciatosulla istanza sospensiva bloccando di fatto la maggiore applicazione del 58,5%. La maggiorazione ha portato ad equiparare l'imposta sulle sigaretteelettroniche a quelle classiche vendute nelle tabaccherie.

È un attacco senza fine a questanuova attività lavorativa in cui – è giusto ribadirlo - molti imprenditori hannoinvestito tempo e risorse economiche: prima si è tentato, attraverso unaproposta normativa, di eliminare il divieto agli "svapatori" di usare lasigaretta elettronica nei locali pubblici, successivamente con la legge distabilità di fine dicembre è stato innalzato il prelievo fiscale su taliprodotti.

Ora, con l'accoglimento della richiesta di sospensione da parte del Tar del Lazio, si ritorna in un'altrasituazione di stand by atteso che al momento non è stata eliminata l'imposizionefiscale, che resta come detto, del 58,5 % sia sulle e-cig sia su tutti gli "accessori"ed i prodotti connessi (come i liquidi e le ricariche).

Insomma, sono diversi mesi che si alternano proposte incluse nei varidecreti posti all'esame del Governo e, in ogni caso, si è trattato diinterventi a volte a favore ed altre volte a sfavore attraverso una diversaimposizione fiscale.

In definitiva, l'obiettivo del Governo sembra essere quello di equiparare lesigarette elettroniche alle sigarette classiche, non soltanto dal punto divista dei rischi potenziali sulla salute, ma anche per il regime fiscale.

L'associazione dei produttori di sigarette elettroniche – l'Anafe – si dicesoddisfatta al momento ed auspica che il tempo necessario per giungere ad unasentenza del Tar del Lazio venga in relatà utilizzato per apportaremiglioramenti alla normativa.