Il canone RAI è uno dei più odiosi e discussi tributi dovuti dagli italiani nelle casse dello Stato, ma qualcosa sta cambiando in via definitiva. La direzione intrapresa è quella di trasformare il canone in "tassa" dovuta da tutti a favore del servizio pubblico, anche da chi non possiede un televisore, una radio, un computer. Il Governo Renzi avrebbe deciso di intraprendere questa strada per contrastare gli evasori. 

L'indiscrezione è de "il giornale", il quale anticipa che l'elastico va dai 35 agli 80 euro, in base al reddito familiare.

Il Ministero dello Sviluppo Economico preferisce non chiamarlo più canone ma contributo al servizio pubblico e nessuna famiglia dovrà più pagare i famosi 113,50 euro annuali.

Il premier Renzi quindi rottamerebbe il vecchio canone RAI e sarebbe pronto ad usare la nuova concezione di "pagare meno ma pagare tutti", con equità. Giacomelli, sottosegretario alle comunicazioni, ha ricordato che il canone viene evaso dal 27% degli italiani ed ha portato, nell'ultimo quinquiennio, un danno alle casse dello Stato di circa 1.7 miliardi di euro.

Il canone RAI è stato istituito il 21 febbraio 1938 dal regio decreto legge n. 256 secondo il quale tutti coloro che detengono apparecchi atti o adattabili alla ricezione di radioaudizioni televisive nel territorio italiano dovranno pagare un importo precedentemente stabilito, indipendentemente dalla visione o meno dei programmi RAI.

Sono esenti al pagamento di tale imposta solo: 1. "i militari delle Forze Armate Italiane" - 2. "I militari appartenenti alle Forze Nato di cittadinanza straniera" - 3. "Gli agenti diplomatici e consolari" - 4. "i rivenditori e riparatori TV" - 5. "Le imbarcazioni da diporto purché non siano adibite ad attività commerciale" - 6.

"Gli anziani con età pari o superiore ai 75 anni purché il reddito proprio o del coniuge non sia superiore ai 6713,98 euro annuali". A breve tutto ciò potrebbe cambiare e potrebbe non bastare più, quindi, giurare di non aver più una TV. Il canone o la tassa dovrà essere pagata da tutti... senza distinzione.