Cambia di nuovo tutto sul regime dei minimi, un regime agevolato nato per facilitare professionisti e autonomi a sviluppare la propria attività durante i primi anni. La decisione che va a colpire tutti i precedenti aderenti in modo indistinto è l'innalzamento dell'aliquota posta a sostituzione dell'Irpef: si passa dal 5% al 15%, un contributo che va a penalizzare proprio i redditi più bassi visto che con l'Irpef sono normalmente presenti delle aree di esenzione e delle detrazioni forfettarie progressive. Se aggiungiamo che all'aliquota si dovranno poi aggiungere i contributi della cassa professionale o della gestione separata Inps (attualmente al 27,72%), si può ben comprendere che bisognerà fare molto bene i conti prima di scegliere se aderire o aprire una nuova attività.

Viene a cadere il precedente limite dei cinque anni oltre i 35 anni di età. Cambia quello sui compensi.

Secondo quanto deciso dai legislatori, il nuovo regime dei minimi dovrebbe prevedere l'eliminazione del limite quinquennale per la sua adozione oltre i 35 anni, previsto dal Governo Monti con il D.L. n 98/2011. Si torna quindi al passato, visto che a partire dal 2015 decadrà il problema della discontinuità nella sua adozione. Cambia anche il limite massimo relativo ai ricavi o ai compensi; in precedenza la soglia massima per poter restare all'interno del regime dei minimi corrispondeva a 30.000 €. Con la nuova legge di stabilità vi saranno limiti differenti a seconda della tipologia di attività; ci si dovrà quindi confrontare con un range che andrà dai 15000 € per i professionisti ai 40000 € dei commercianti all'ingrosso e al dettaglio.

Purtroppo a causa dell'abbassamento del limite, molti dei primi potrebbero vedersi dimezzare le soglie e trovarsi impossibilitati a proseguire la propria attività, senza ritrovarsi con un netto aumento dell'imposizione fiscale.

Nuova modalità di calcolo e determinazione dei ricavi

Cambia anche il modo in cui verranno determinati i ricavi sui quali andrà applicata la nuova aliquota al 15%; con il nuovo regime verranno infatti adottate delle nuove fasce di coefficienti, impostati a seconda delle categorie.

Ad esempio, per i professionisti saranno considerati i 78% dei ricavi, mentre per i commercianti si scenderà al 40%. Anche in questo senso, alcune categorie potrebbero considerarsi penalizzate verso altre, tanto che in molti considerano questa differenziazione come un'indebita ingerenza dello Stato e una scelta iniqua. E voi cosa pensate al riguardo? Fateci sapere la vostra opinione con un commento all'articolo; se invece volete restare aggiornati sulle ultime novità, potete fare clic sul tasto "segui" in alto sotto il titolo.