Il pagamento della Tari, tassa rifiuti, può essere ridotto dai comuni non solo con agevolazioni di carattere economico modulate nel contesto della delibera ma anche con l'assegnazione di Buoni spesa ai cittadini a fronte di determinate condizioni: raccolta differenziata e altri parametri predeterminati. È quanto ha affermato la Corte dei Conti dell'Emilia Romagna, sezione regionale di controllo, con delibera emessa a seguito della richiesta di parere di un sindaco della provincia di Rimini. Il giudice contabile, inoltre, nell'ambito dell'approfondimento di vari aspetti giuridici, ha percorso il tragitto storico della Tari che, pur essendo di recente istituzione, ha origini remote; la normativa della Tia (1997) si può considerare un'antenata della Tari.

Agevolazioni monetarie

L'aspetto normativo che viene esaminato in modo meticoloso dalla Corte dei Conti dell'Emillia Romagna, a prescindere dal nome attribuito alla tassa rifiuti, riguarda le caratteristiche sociali e di rispetto dell'ambiente delle varie norme varate nel corso degli anni: sono state previste, si può dire in modo continuo, agevolazioni monetarie per la raccolta differenziata da inserire nei regolamenti comunali. In ordine cronologico vanno citate la Tia, tassa istituita nel 1997, affiancata dalla Tarsu. Nel 2011 anche la Tares ha ribadito la necessità di forme agevolative. Da ultima la Tari (Tassa Rifiuti), attualmente vigente, prevede che: "nella modulazione della tariffa sono assicurate riduzioni per la raccolta differenziata riferibile alle utenze domestiche".

Buoni spesa se accettati dal contribuente

La corte ha ritenuto legittima la possibilità di concedere al contribuente buoni spesa che non siano di valore inferiore "all'importo della riduzione monetaria ordinariamente spettante" per l'attività di raccolta. Tuttavia va detto che il Comune non può regolamentare la materia utilizzando solo la modalità del buono spesa trascurando "il diritto del contribuente di ottenere la regolazione monetaria dell'importo spettante".

Quindi, afferma la Corte dei Conti dell'Emilia, i buoni spesa sono legittimi ma devono essere accettati dal cittadino ed essere utilizzati presso aziende scelte dall'Ente con il sistema degli appalti pubblici.