Nel modello 730 precompilato del 2016, necessario per la dichiarazione dei redditi prodotti nel 2015, potrebbero non essere incluse le spese sanitarie. Il caos deriva da più di un problema: da un lato le informazioni ormai irrecuperabili degli scontrini per le medicine di una buona parte delle farmacie italiane che non hanno applicato alla lettera le disposizioni contenute nel provvedimento attuativo dello scorso luglio con le indicazioni su come inserire le spese nel sistema delle tessere sanitarie in modo da essere incluse nella dichiarazione dei redditi 2016.

Dall’altro il rimpallo di responsabilità proprio della Federfarma, Agenzia delle entrate e Garante della privacy. Infine è partita la richiesta dei medici e dei commercialisti di concedere una proroga di dieci-quindici giorni nella trasmissione dei dati sanitari. Ma tale ritardo farebbe slittare, di conseguenza, anche i rimborsi previsti per circa 20 milioni di contribuenti.

Tasse, inadempienze e ritardi: a rischio detrazioninel 730 precompilato

Il rischio è, dunque, quello che il prossimo modello 730 precompilato non contenga le spese sanitarie necessarie per le detrazioni sulle tasse da pagare. Il Corriere della Sera di oggi, 21 gennaio, scrive che Rossella Orlandi, direttrice dell’Agenzia delle Entrate, attribuisce il caos alle farmacie che non hanno conservato una certa quantità di scontrini.

Purtroppo le memorie sono state cancellate e ormai le informazioni sulle spese sanitarie sono non più recuperabili. I dati riguarderebbero proprio il periodo che va da luglio 2015 alla fine dell’anno: dal 1 gennaio 2016, infatti, le informazioni stanno arrivando correttamente e l’utilizzo della tessera sanitaria sta operando nella maniera esatta.

I farmacisti, invece, e la stessa Agenzia delle entrate, incolpano la normativa sulla privacy che ha posto ostacoli nella corretta applicazione di quanto stabilito nel provvedimento del luglio 2015. Ma l’Autority sulla privacy rigetta le accuse: “Il provvedimento sull’uso delle informazioni sulle spese sanitarie è arrivato nel giorno 20 luglio 2015 e il parere del Garante è stato espresso dieci giorni dopo. La collaborazione è stata totale”.