Tra gli aiuti destinati alle famiglie italiane nel 2017 rientra sicuramente il bonus asilo nido 2017, confermato con la Legge di Bilancio già prima dell'inizio dell nuovo anno. Come sappiamo esso non è altro che un sostegno reddituale rivolto a famiglie con bambini piccoli a proprio carico che, tramite l'erogazione di un assegno permetterà ai genitori di sostenere le spese di iscrizione agli asili nido con molta più facilità.

L'attesa è finita

La vera notizia è però che, proprio in questi giorni, le commissioni parlamentari competenti discuteranno il decreto "0-6", ovvero il testo normativo che andrà a disciplinare e a regolare l'iter di richiesta ed erogazione riguardante il bonus.

Quello che sappiamo oggi è che il bonus asilo nido sarà erogato tramite un assegno/voucher il cui importo non sarò maggiore di 150 euro al mese (con tariffe di volta in volta agevolate in base alla fascia Isee di appartenenza del singolo richiedente). I destinatari saranno sia i dipendenti publici che i privati, con figli a carico con età minore o uguale a tre anni.

Il decreto "0-6" - oggi ancora in esame - avrà come obiettivo non solo quello di fornire un contributo economivo destinato al finanziamento delle rette mensili degli asili nido ma, in particolare, sarà strutturato in modo tale da agevolare in primo luogo le donne (mamme lavoratrici) che, grazie a questo aiuto, non saranno costrette a sacrificare la propria carriera lavorativa, semplicemente perchè in questo moto potranno usufruire di servizi di assistenza all'infanzia senza dover pensare al peso economico che questi ultimi avranno sul bilancio familiare.

L'importo sarà erogato direttamente dall'Inps all'asilo

L'importo riconosciuto alla famiglia - dal momento della nascita fino al compimento dei sei anni di età del piccolo - verrà erogato direttamente dall'Inps all'asilo che, senza distinzione alcuna, potrà essere pubblico o privato.

Quello che bisogna però ricordare è che il bonus asilo nido 2017 si distingue e non è cumulabile con i voucher baby sitter e nido poichè questi, infatti, si configurano essere come delle misure di cui il lavoratore può usufruire solo e se rinuncia al proprio concedo familiare.