Sono in arrivo delle novità nelle buste paghe, e questo al fine di salvaguardare i lavoratori dai soprusi di molti datori di lavoro che, sotto ricatto di licenziamento o non assunzione, se ne approfittano e non corrispondono delle retribuzioni giuste. Spesso queste sono sotto i minimi fissati dalla contrattazione collettiva, anche se sulla busta paga appare una retribuzione regolare.

Cosa dice il DDL

Il provvedimento, composto da 5 articoli, prevede l'obbligo di versare le retribuzioni ed eventuali anticipi ai lavoratori. Questi ultimi possono scegliere il versamento sul proprio conto corrente, direttamente attraverso un assegno bancario o consegnato ad un delegato in caso dell’impossibilità da parte del lavoratore di ritirarlo.

Inoltre, il pagamento della retribuzione può avvenire anche in contanti presso uno sportello bancario o postale. È importante sapere che la firma nella busta paga non comporta garanzia dell'avvenuto pagamento della retribuzione. La novità inoltre sta nel fatto che il datore di lavoro non può pagare il lavoratore per mezzo di assegni o in contanti qualunque sia il rapporto di lavoro che lega entrambi.

Come deve comportarsi il datore

Nel momento in cui il datore provvede all'assunzione di un lavoratore, dovrà comunicare da subito al centro per l'impiego competente, l'istituto bancario o l'ufficio postale che si occuperà di provvedere al pagamento delle retribuzioni rispettando le norme sulla privacy delle persone.

In caso di licenziamento o fine del rapporto di lavoro da parte del lavoratore, sarà comunicata attraverso una copia della lettera di licenziamento l'annullamento del pagamento.

Verranno esclusi dagli obblighi previsti i datori che non sono titolari di partita iva in quanto spesso non sono titolari di un conto corrente, ma anche i rapporti di lavoro domestico dove spesso i datori sono persone disabili o anziane ed i piccoli rapporti come avviene nei condomini per la pulizia delle scale o la manutenzione dei giardini.

La legge sanzionerà chi no attempi gli obblighi

Chi non seguirà i nuovi obblighi introdotti dalla legge, dovrà pagare delle pesanti sanzioni che vanno dai 5mila ai 50mila euro, oltre alle verifiche effettuate dalla direzione provinciale del lavoro.