Le spese relative all'istruzione sono soggette alla detrazione d'imposta nella misura del 19%. Vediamo in questa rapida panoramica, cosa è possibile portare in detrazione

Spese d'istruzione diverse da quelle universitarie

Sono le spese per la frequenza di scuole dell'infanzia, del primo ciclo di istruzione e della scuola secondaria di secondo grado, sia statali che paritarie, per un importo annuo non superiore a 564 euro per studente.

Vi rientrano le seguenti spese:

  • Tasse di iscrizione e di frequenza
  • Spese per la mensa (anche se il servizio è reso tramite il Comune o soggetti terzi
  • Contributi obbligatori
  • Contributi volontari e le altre erogazioni liberali deliberati dagli istituti scolastici, diversi da quelli versati per l'innovazione tecnologica, l'edilizia scolastica e universitaria
  • I servizi integrativi tipo assistenza alla mensa, il pre e post scuol, ma non il trasporto scolastico

Spese d'istruzione universitaria

Sono le spese per la frequenza di corsi di istruzione universitaria, perfezionamento e/o specializzazione universitaria tenuti presso università (anche telematiche) o istituti pubblici o privati.

Vi rientrano i master (purchè assimilabili, per durata e struttura dell'insegnamento, a corsi universitari o di specializzazione e gestiti da istituti universitari pubblici), la frequenza di scuole di specializzazione per l'abilitazione all'insegnamento nelle scuole statali o paritari, la partecipazione a prove di preselezione per l'accesso a corsi universitari, l'iscrizione ai corsi presso i conservatori di musica e gli istituti musicali pareggiati.

Per le università non statali, l'importo non deve superare quello stabilito annualmente per ciscuna facoltà, con decreto del Miur, sulla base degli importi medi delle tasse e contributi dovuti alle università statali (per il 2016 occorre far riferimento al DM 23/12/2016).

Per la frequenza di corsi universitari all'estero, occorre riferirsi all'importo massimo fissato per i corsi della stessa area disciplinare e alla zona geografica in cui è domiciliato il contribuente.

Spese per asili nido

Sono le spese pagate dai genitori per la frequenza di asili nido, sia comunali che privati, per un importo massimo di 632 euro annui per ogni figlio. Se l'onere è sostenuto da entrambi i genitori, si presume una suddivisione in parti uguali a meno che gli stessi non indichino sul documento di spesa una diversa ripartizione.