Il Ministro dell'Economia e delle Finanze, Pier Carlo Padoan, ha annunciato ufficialmente ieri, 26 luglio, la possibilità di effettuare la compensazione dei debiti oggetto delle cartelle esattoriali con eventuali crediti vantati nei confronti della amministrazione pubblica. La compensazione verrà disciplinata, nel dettaglio, dal decreto ministeriale che dovrà dare attuazione alla norma inserita nella cosiddetta Manovrina.

L'apertura del governo arriva, comunque, in netto ritardo rispetto alla data del 21 aprile che costituiva la deadline per poter aderire alla rottamazione delle cartelle e estremamente a ridosso della data stabilita per il pagamento della prima rata, il 31 luglio appunto.

È scontato, quindi, che l'eventuale compensazione potrà essere efficace solo a partire dal pagamento della seconda rata. Anche perché se non si rispetta la prima scadenza si decade, automaticamente, dal beneficio della rottamazione.

I benefici della compensazione

È ovvio che se la compensazione fosse stata concessa in tempo utile per farvi rientrare il pagamento anche della prima rata l'adesione dei contribuenti sarebbe stata ben diversa. Si sarebbero avute rate di importo inferiore, ma sopratutto, la platea delle possibili adesioni si sarebbe ampliata. Infatti, probabilmente, avrebbero aderito anche quei contribuenti che, per problemi di liquidità, non potevano sostenere gli importi delle 5 rate e hanno optato per mantenere interessi e sanzioni avendo, come contropartita, un periodo di tempo maggiore per i pagamenti.

Ovviamente la compensazione rimane una buona notizia per tutti coloro che, invece, hanno aderito alla rottamazione. Ma questo vuol dire che il contribuente e l'amministrazione dovranno effettuare il ricalcolo del piano, con il paradosso che, come fa notare il Sole24ore, qualche contribuente possa ritrovarsi con un debito compensato inferiore alla prima rata, che si traduce in un ulteriore credito nei confronti del Fisco.

La lettera inviata dal Fisco

Cerchiamo di chiarire, brevemente, le modalità di pagamento inviate dal Fisco per lettera. Chi ha aderito alla rateazione dovrà pagare il 70% del debito nelle prime tre delle cinque rate totali. E, di solito, l'Erario nella prima rata chiede il 24% dell'importo da saldare. Nella seconda e terza rata l'importo da pagare è, in entrambe, del 23% sul totale.

Mentre la quarta e la quinta saranno, rispettivamente, del 15%. Quindi, per chiarire, se si dovrà pagare 100 euro, la prima rata sarà di 24 euro, la seconda e la terza, rispettivamente, di 23 euro e la quarta e la quinta entrambe di 15 euro.

Occorre, inoltre, stare attenti a possibili errori presenti nel testo della lettera o nei conteggi e segnalare immediatamente le anomalie riscontrate per poter evitare ulteriori aggravi di costi e spese.

Infine, non dimentichiamo che è possibile scegliere quale cartella pagare con la rottamazione. Per le altre l'ente di riscossione dovrà procedere, di nuovo, con le azioni di recupero. Inoltre se la richiesta di rottamazione non fosse stata accolta è possibile presentare ricorso contro il provvedimento di diniego: per i tributi davanti alla Commissione tributaria provinciale e per gli altri debiti di fronte al Tribunale ordinario.