Grazie alla segnalazione di Giuseppe L'Abbate, molti contribuenti hanno scoperto di aver versato un importo gonfiato della Tari. Si parla dunque di un ingresso di disponibilità liquida ben maggiore rispetto a quanto preventivato, dovuto all'interpretazione errata del testo di legge in materia. Nonostante i cittadini coinvolti stiano cercando di intraprendere delle azioni volte al rimborso, l'Anci ha dichiarato che il mancato gettito verrà recuperato in una maniera differente.

Scoppia il caso della Tari gonfiata

Al momento circa il 10% dei Comuni italiani, dislocati lungo tutta la penisola, è coinvolto nel caso relativo alla Tari calcolata erroneamente.

Non solo piccoli comuni, come quello di Polignano a Mare, dove c'è stata la prima segnalazione, ma anche grandi città come Genova, Milano e Napoli. Alla stima individuata inizialmente, l'Anci (Associazione Nazionale Comuni Italiani) ha posto un freno andando a ridimensionare il problema riconducendolo solo a decine, o al massimo centinaia, di Comuni. Questo perché il calcolo della Tari non è unificato, ma prevede delle applicazioni diverse specialmente se le pertinenze non hanno un'abitazione principale a cui essere ricondotti.

Il calcolo errato della Tari

In seguito al caso scoppiato per la Tari, molti cittadini si sono adoperati al fine di controllare il proprio avviso di pagamento, verificando così la corretta applicazione del testo normativo.

Nonostante al momento non ci sia ancora un documento ufficiale del Ministero dell'Economia e delle Finanze, che è in procinto di essere redatto e pubblicato, il Corriere della Sera ha cercato di fare chiarezza, proponendo un esempio concreto al quale i contribuenti possono fare riferimento. Il calcolo corretto, dunque, prevedrebbe l'applicazione della quota variabile una sola volta per la totalità dei metri quadri e non, come invece è stato operato, per ogni singola pertinenza dell'abitazione principale.

Nell'esempio proposto dal quotidiano, infatti, si ipotizza che un soggetto, appartenente ad un nucleo famigliare di 4 persone, sia in possesso di un'abitazione di 100 mq, con garage e cantina di 15 e 10 mq. La quota fissa viene calcolata moltiplicando i 2 euro per la totalità dei mq e solo dopo viene aggiunta la quota variabile (142 euro).

Al contrario, sarebbe sbagliato addebitare i 142 euro per l'abitazione, il garage e la cantina, ovvero per ben tre volte.

Il mancato gettito derivante dalla Tari gonfiata va recuperato

Se da un lato si è ammessa la possibilità di effettuare una richiesta di rimborso al proprio Comune o, in alternativa, alla Commissione Tributaria, dall'altro l'Anci ha reso chiaro che ci potrebbe essere un conseguente effetto boomerang da parte di alcune realtà comunali. Questo perché le operazioni di rimborso vanno a costituire un buco di bilancio non indifferente, che in qualche modo dovrebbe essere risanato. Per tal motivo, alcune amministrazioni potrebbero cercare di appianare l'asimmetria tra entrate e uscite finanziarie mediante l'applicazione di un'operazione di recupero, molto probabilmente sull'ultimo anno. I Comuni, dunque, ai sensi del Dpr 158, potrebbero alzare gli importi delle tasse così da coprire i costi del servizio per lo smaltimento dei rifiuti.