Con 237 voti a favore, 156 contrari e 3 astenuti, la Camera dei deputati ha approvato il decreto fiscale, il primo step della manovra finanziaria del prossimo anno. Sono diverse le novità contenute all'interno del decreto, su cui il Governo ha posto la fiducia, impedendo di fatto la valutazione di eventuali emendamenti alla Camera. Di questo, ne ha parlato diffusamente l'onorevole Walter Rizzetto nei giorni scorsi, citando infine il capitolo pensione, riguardo all'ottava salvaguardia degli esodati e Opzione Donna, per cui si è discusso tanto nelle ultime ore.

Dopo il via libera della Camera, ecco cosa è stato deciso dall'esecutivo in materia fiscale per il 2018.

Le novità principali del decreto fiscale

All'interno del decreto fiscale hanno trovato spazio due modifiche importanti riguardanti lo spesometro. A partire dal prossimo anno, si potrà inviarlo con una frequenza semestrale, anziché soltanto trimestrale. Rimane infatti la facoltà per il contribuente di inviarlo ogni tre mesi. Inoltre, sempre dal 2018 decade ufficialmente l'obbligo di inviare una comunicazione analitica di tutte le fatture con importo inferiore ai 300 euro, dando via libera al documento riepilogativo. Per quanto riguarda invece la frequenza annuale, Franco Ricca, esperto fiscale che collabora per il portale Ipsoa.it, spiega che "avrebbe recato eccessivo pregiudizio alla tempestività delle attività di controllo delle Entrate".

Il dl fiscale ha poi esposto il semaforo verde per la rottamazione-bis delle cartelle. Potranno accedervi non soltanto coloro che non avevano presentando domanda la prima volta, ma anche chi, presentandola, non aveva ugualmente pagato entro i termini fissati dalla legge. Attraverso il nuovo provvedimento, la rottamazione viene estesa alle cartelle degli ultimi 17 anni, dal 2000 a settembre 2017.

Il governo stima che la misura porterà alle casse dello Stato un importo superiore ai 200 milioni di euro.

Era attesa ed è arrivata puntualmente. Il decreto fiscale pone fine alla querelle riguardante la fatturazione ogni 28 giorni delle bollette, dicendo stop sia per telefonia sia per internet che per le pay tv. Rimane invece la possibilità per le aziende di luce e gas di far pagare ai propri clienti la bolletta ogni 4 settimane.

Gli operatori devono obbligatoriamente adeguarsi alle nuove disposizioni entro 120 giorni. In caso contrario, è previsto un rimborso pari a 50 euro per ciascun utente, a cui si potrebbe aggiungere 1 euro per ogni giorno successivo alla scadenza imposta dall'Autorità.