L'Unione Europea in quest'ultimo periodo sta dimostrando un attivismo senza precedenti sul fronte della lotta all'evasione fiscale, del sostegno al reddito delle famiglie, della lotta all'inquinamento ambientale e degli stimoli alla crescita economica. Dopo la proposta da parte della Commissione europea della prima tassa comunitaria sulla plastica che vorrebbe raggiungere il duplice obiettivo di salvaguardare maggiormente l'ambiente e puntellare ulteriormente il Bilancio europeo, oltre ad emanare una direttiva specifica volta a far diventare tutta riciclabile la plastica in circolazione nel territorio dell'Unione a partire dal 2030, ora l'Unione Europea, attraverso il suo braccio operativo, cioè la Commissione europea, intende spingere l'acceleratore per incentivare la crescita e lo sviluppo delle piccole e medie imprese, andando ad incidere sulla tassa che, a livello continentale, pesa più di tutte sui bilanci aziendali, rallentando anche la crescita dimensionale delle aziende e, di conseguenza, l'occupazione.

Stiamo parlando, ovviamente, dell'Iva.

La proposta della Commissione europea

Per raggiungere l'obiettivo di creare un contesto fiscale molto più favorevole alla crescita, anche dimensionale, delle piccole e medie imprese la Commissione europea intende proporre tutta una serie di nuove disposizioni legislative, da far recepire a livello di Stati Nazionali, volta a creare una maggiore flessibilità impositiva a livello di Iva.

Collegato strettamente a questo obiettivo, c'è anche il fine di ridurre l'evasione fiscale attraverso una guerra senza quartiere alle cosiddette frodi transfrontaliere che danneggiano l'economia europea per circa 50 miliardi di euro ogni anno. Una cifra paragonabile ad una manovra finanziaria di una certa grandezza.

Le dichiarazioni di Pierre Moscovici

Parlando di questa nuova proposta dell'Unione Europea, il Commissario all'Economia Pierre Moscovici ha spiegato che se la riforma proposta verrà varata verranno ridotti i tempi e velocizzate le procedure necessarie per ampliare le categorie a cui applicare le aliquote ridotte. Di conseguenza, gli stessi negoziati all'interno del Consiglio Europeo volti ad ottenere queste agevolazioni dovrebbero essere abbreviati.

C'è anche un aspetto di riammodernamento della normativa da considerare. Le regole sull'Iva a livello europeo, fa notare Moscovici, risalgono, addirittura, al 1992 prima dello sviluppo esplosivo di internet e di tutto quello che ha prodotto a livello di crescita economica e occupazionale.

In termini concreti, Moscovici vorrebbe introdurre un'aliquota minima standard del 15% su tutto il territorio dell'Unione.

Nello stesso tempo, però, gli Stati avranno la possibilità di fissare due aliquote ridotte, di cui una compresa tra un minimo del 5% e l'aliquota ordinaria stabilita dallo Stato. Mentre un'altra dovrebbe essere compresa tra lo 0% e l'aliquota ridotta stabilita. Ora, la parola passa al Consiglio Europeo e al Parlamento dell'Unione Europea che dovranno approvare le proposte della Commissione.