La plastica, in tutte le sue forme, sta rapidamente assurgendo a problema principe dei vari Stati nazionali. Non solo l'Italia ha introdotto, come sappiamo ormai molto bene, il pagamento dei sacchetti ultraleggeri di plastica biodegradabile che stanno tuttora alimentando fiumi di polemiche e facendo sprecare tonnellate di inchiostro, oltre a centinaia di migliaia di euro ad aziende e consumatori. Di recente, si è saputo che anche i sudditi di sua Maestà la Regina d'Inghilterra e del Regno Unito, quasi fuori dall'Europa per via della Brexit, dovranno molto presto pagare una tassa sui bicchierini da caffè.

Ora, anche l'Unione Europea vorrebbe cavalcare l'onda e introdurre la, prima nel suo genere, tassa comunitaria sulla plastica. E' curioso, però, che a illustrare questa nuova idea di Bruxelles non sarà il Commissario all'Ambiente, ma quello al Bilancio, Guenther Oettingher. Il che già la dice lunga circa i reali obiettivi della Commissione Europea nell'introdurre questo nuovo balzello il quale, se approvato, dovrà essere recepito in tutti gli Stati dell'Unione.

I motivi della probabile introduzione

Il Commissario al Bilancio Oettingher, raggiunto dagli organi di stampa, ed incalzato in merito ad una spiegazione per la prossima introduzione della prima tassa comunitaria, ha precisato che dal 1 gennaio 2018 la Cina ha smesso di far entrare nei suoi confini la plastica europea da riciclare.

D'altra parte gli Stati dell'Unione Europea continuano a produrre e consumare grandi quantitativi di materiali plastici difficili da riciclare, contribuendo, in questo modo, a danneggiare l'ambiente. Di conseguenza vanno utilizzati tutti i mezzi possibili per ridurla.

Come dovrebbe essere strutturata la nuova tassa

Secondo le parole del Commissario al Bilancio Europeo nel corso della discussione della prossima settimana dovrà essere stabilito a che livello della catena di produzione introdurre il tributo.

Se, cioè, si andranno a colpire le componenti che si usano per produrla. Inoltre, si dovrà stabilire se introdurre delle speciali esenzioni, ad esempio per le bottiglie utilizzate per il latte.

Ma l'aspetto più importante di tutta la faccenda è quello che tale imposta potrebbe voler dire una nuova stangata per i consumatori di tutta Europa.

Oettingher ha, infatti, affermato che mercoledì prossimo dovrebbe decidersi anche se farla pagare all'inizio del ciclo e cioè ai produttori, oppure alla fine, quindi ai consumatori. Comunque sia, a beneficiarne sarà il Bilancio Europeo che, attualmente se si includono i costi della Brexit, presenta un buco variabile dai 12 ai 14 miliardi di euro.