"Potremo garantire ai nostri abbonati 4400 articoli al trimestre invece di 300 e le nostre firme avranno più tempo per approfondire e scavare dietro i numeri". I giornalisti non vanno più di moda, a scrivere gli articoli efficientissimi, velocissimi ed economicissimi robot. Come funzionano? Semplice. Vengono inseriti i dati e un software elaborato dall'Automated Insight sfornerà un articolo di 300-400 parole perfettamente uguale a quello di un giornalista in carne e ossa. O quanto meno così assicurano quelli di AP.

Ma il giornalismo non è morto, anzi.

Le parole di Lou Ferrara, uno dei manager del gruppo, sono incoraggianti. I robot daranno la possibilità ai veri giornalisti di alzare la qualità dei loro articoli, avendo più tempo a disposizione.

Si è mai visto un robot vincere il Pulitzer? La qualità degli articoli resterà ancora il discrimen fondamentale fra un umano e un algoritmo. Certo, lo scorso 18 maggio un algoritmo ha permesso al Los Angeles Times di uscire con una breaking news tre minuti dopo l'accaduto di cui parlava. Ma non basta.

La tecnologia salverà il giornalismo, e non lo ucciderà. Lo dicono gli esperti. Darà in mano a milioni di giornalisti (e a migliaia di blaster) l'opportunità di fornire servizi di qualità sempre maggiore. Perché la partita si gioca tutta qui, sulla qualità della nostra informazione. E se qualche robottino può aiutarci a raggiungere questo scopo: è il benvenuto!