Apple e Google si affidano ai ragazzini di dodici-tredici anni per il futuro della tecnologia. Non si tratta di uno scherzo, ma di una realtà che sta prendendo sempre più piede e che rischia di rivoluzionare il rapporto Scuola-lavoro anche qui in Italia. Un articolo comparso sul numero odierno del quotidiano 'Repubblica' parla della nuova generazione di 'baby-inventori' di applicazioni per Smartphone e come questi ragazzi, ancora in fase pre-adolescenziale, possano diventare addirittura milionari. Prendiamo l'esempio di Grant Goodman, quattordici anni, finito in prima pagina sul famoso quotidiano economico statunitense 'Wall Street Journal' per aver sfornato il suo terzo brevetto tecnologico: si tratta di 'Prodigus', un'applicazione che offre la possibilità di vedere Youtube sull'iPhone senza la pubblicità.

Scuola e tecnologia: Apple e Google e i 'baby-inventori' di app per smartphone

Anche Google ha colto al volo l'opportunità di 'reclutare' i piccoli geni delle app per gli smartphone: nello scorso mese di giugno il colosso di Mountain View ha organizzato a San Francisco, in California, la sua conferenza annua I/O, raccogliendo tutti gli inventori che sviluppano nuovi software e applicazioni. Ebbene, Google ha messo a punto un apposito 'programma giovani' che ha visto la partecipazione di 200 'giovani menti': i più piccoli avevano 11 anni e già si comportavano come degli esperti nel settore. Ci si chiede, a questo punto, cosa riserverà il futuro in questo campo anche qui in Italia: se da una parte, c'è da rallegrarsi per questa continua evoluzione nel settore tecnologico che avanza a grandi passi, ci si domanda se non sia troppo presto 'distrarre' i ragazzi dal normale ciclo di apprendimento scolastico con queste nuove attività che, tra l'altro, mettono di fronte opportunità irrinunciabili come quelle di guadagnare una grande quantità di denaro. C'è chi parla di nuovissima generazione di 'cervelli' capricciosi e viziati, c'è chi, invece, guarda con più ottimismo a questi nuovi 'baby-fenomeni'. Chi ha ragione?