ROMA. Stando a quanto riportato da un giornale finanziario americano, le autorità europee hanno riaperto il dossier contro il motore di ricerca americano Google, che potrebbe portare a sanzioni di oltre 6 miliardi di dollari.


L' antitrust europeo ha riaperto i fascicoli contro il colosso dei motori di ricerca Google. Secondo il Wall Street Journal. i dossier sono stati aperti poiché Google è accusata di abuso di posizione dominante, nonostante abbia ricevuto questo blocco già tre volte, a seguito di un turbinio di polemiche. La Commissione Europea, come si è detto, ha chiesto a tutti coloro che hanno mosso un'accusa contro Google di pubblicare la dichiarazione. Questo è un segnale che si sta per procedere contro il motore di ricerca americano. Lucia Caudet, portavoce della Commissione Ue conferma che l'indagine dell'Antitrust Ue sta avanzando e che non è suo compito commentare le indagini.


La più nota sanzione antecedente a questa è quella dell'antitrust europeo contro Microsoft, la quale fu obbligata a pagare quasi 2 milioni di euro. Invece, nel caso di Google, la sanzione può arrivare fino al 10% del fatturato dell'ultimo anno (che nel 2014 è arrivato a 66 miliardi di dollari). Ovviamente c'è la possibilità che la procedura venga interrotta prima di arrivare ad una sanzione finale o ancora che le parti possano trovare un accordo. Ormai è palese che la maggior parte delle ricerche vengano effettuate su Google, e queste ricerche ammontano al 90% di quelle totali. Google è accusato di plagio delle ricerche in modo da averne vantaggio, a discapito degli altri motori di ricerca.


Oltre ciò, l'Antitrust dell' Unione Europea ha gli occhi puntati anche sulla Grande Mela (Apple), che sta stringendo vari accordi con le case discografiche, in vista del lancio del suo servizio di streaming musicale. Secondo fonti anonime, sono stati mandati dei questionari alle case discografiche interessate, in seguito ai reclami delle interessate. Il futuro servizio di streaming musicale di Apple entrerà in concorrenza con quelli di Spotify, Deezer e Google.