Tutti i giorni si sente parlare di incidenti, e non solo stradali. Questi tragici eventi causano danni a cose e a persone, conseguenze che arrivano a coinvolgere familiari e lavoro. A volte succede che una persona si ritrova improvvisamente privata di una parte del corpo, come un arto, e che per questo sia costretta ad avercela per sempre con il destino, perché il suo lavoro si basava principalmente sull'uso di quell'arto. Può la Scienza lenire il dolore di una condanna simile?

Il talento dell'uomo per salvare se stesso

A proposito delle ultime ricerche nel campo della biotecnologia, l'uomo si è adoperato per migliorare le protesi, rendendole sempre più funzionali a se stesso.

Si può prendere come esempio il web, che offre immagini di arti artificiali di ogni forma e materiale; o la televisione, che ci mostra casi di persone che hanno fatto un uso straordinario delle loro protesi eccellendo nello sport. Ma in particolare, ultimamente la scienza è giunta in aiuto degli invalidi con un progetto: uno staffdi ingegneri dell'Università di Stanford, California, coordinato dall'Ingegnere chimico Zhenan Bao, ha realizzato una pelle artificiale in grado di trasmettere alcune sensazioni tattili al cervello di un individuo che ha subito un'amputazione. Dunque, fra qualche anno, unsoggetto potrà sentire la pressione sulla sua mano artificiale.

Il funzionamento della pelle artificiale

La pelle in questione è stata prodotta grazie alla nanotecnologia, sovrapponendo uno sull'altro due strati di plastica. Su quello superiore sono stati attaccati miliardi di nanotubi in carbonio. La loro funzione è quella di emettere impulsi elettrici non appena vengono schiacciati. Su quello inferiore, invece, è stato inserito un circuito flessibile, adibito al trasporto degli impulsi elettrici ai neuroni del cervello.

Grazie a questo doppio strato di plastica le protesi saranno in grado di darci la sensazione di essere toccati. Ma è veramente tutto pronto? Quasi, perchégli impulsi elettrici trasportati dallo strato inferiore devono naturalmente essere leggibili dai neuroni cerebrali. Fino a questo momento, i ricercatori hanno testato solo sui topi la trasformazione degli impulsi in segnali adatti ad accendere le cellule nervose responsabili del tatto; e una volta che la verifica sull'uomo confermerà i test, l'ultimo passo sarà quello di ampliare le sensazioni avvertibili. Percepire il tipo di materiale che stai toccando, per esempio.