Il Safe Harbor è stato invalidato questa mattina dalla Corte di giustizia europea in seguito all'emanazione di una sentenza "bomba". L'accordo tra Stati Uniti e Unione Europea che sanciva il diritto di conservare i dati personali degli utenti da parte delle aziende è stato rimosso. L’accordo attua la direttiva Ue 95/46, in vigore dall'ottobre del 1998. L’attivista austriaco Max Schrems, che da sempre si batte per questa causa, ha preso parte all'incontro di Lussemburgo.

Un nuovo futuro per la privacy degli utenti

Il Safe Harbor riguardava tutte le società che conservano i dati degli utenti e soprattutto quelle più attive su Internet.

Facebook e Google, infatti, sono state colpite in prima linea dalla sentenza, assieme a circa quattromila aziende americane. Adesso è stato stipulato un nuovo accordo con lo scopo di evitare la perdita accidentale dei dati personali e proteggere la privacy delle persone.

Le società americane ed europee dovranno rispettare sette principi estremamente rigidi per la tutela dell'utente. La raccolta e l'utilizzo dei dati personali, ad esempio, dovranno essere appositamente segnalate e non obbligatorie. Ognuno dovrà avere il diritto di scegliere se consentire o meno al trattamento e al trasferimento dei propri dati, e le aziende dovranno offrire garanzie concrete contro lo smarrimento delle informazioni.

Queste, inoltre, dovranno essere scambiate solo ed esclusivamente tra aziende certificate che seguono questi principi, e soltanto i dati veramente utili dovranno essere raccolti. L'utente, poi, dovrà avere la possibilità di modificare le suddette informazioni nel caso in cui le ritenga erronee o desideri cancellarle. Tutte le imprese che aderiscono al nuovo programma, infine, avranno l'obbligo di mettere in atto questi principi e dovranno rinnovare la loro certificazione ogni anno.

Anche l'Italia, come molti altri Paesi europei, aveva aderito all'accordo del Safe Harbor. Il Garante italiano a tutela della privacy, infatti, ha firmato il documento nel novembre del 2001, autorizzando il trasferimento dei dati personali dell'Italia verso gli Stati Uniti.