La spinta scientifica e quella sognatrice degli esseri umani spinge ormai da troppi anni a ricercare quella che è una speranza: trovare vita nell’universo, o ancora meglio vicino a noi, su Marte. Tramite l’ESA, Agenzia Spaziale Europea, con l’aiuto della russa Roscosmos, ci si prova con la missione Exomars, allo stato dell’arte la più evoluta speranza di capire se Marte ha visto o possiede ancora, forme di vita.

Lanciato!

Proprio oggi 14 marzo 2016 è stato lanciato da Baykonur, nel Kazakistan, un vettore Proton-M che sta portando verso il pianeta rosso una sonda orbitante, un orbiter, il Trace Gas Orbiter (TGO) che rimarrà attorno al pianeta per analizzare eventuali presenze di gas al limite della sua debole atmosfera.

Già il rover Curiosity della Nasa aveva rilevato metano nel 2014, scoperta fondamentale per le speranze che risiedono nel fatto che sia stato un organismo vivente a produrlo. Facendo un paragone con la Terra, siamo noi stessi a produrre metano come sottoprodotto del metabolismo, ma questo viene prodotto anche da forme di vita inferiori, come i batteri del suolo. Si tratta di un idrocarburo molto semplice, combustibile, con una molecola formata da quattro atomi di Idrogeno ed una di carbonio. Purtroppo c’è anche un’origine geologica di questo gas. L’interno della Terra, a causa dell’alto calore unito alla forte pressione, può formare queste molecole, che poi vengono disperse in superficie dopo essere risalite.

Inoltre abbiamo la prova ulteriore della non origine biologica, con la luna di Saturno, Titano, che possiede interi laghi di metano liquido, senza la presenza di vita che possa produrla, purtroppo.

Con Exomars dovremmo proprio avere la risposta in relazione alla provenienze del poco metano.

Giovanni Schiaparelli ha dato il nome al lander

Il secondo progetto, forse quello più importante per noi, è quello del modulo lander Schiaparelli, dal nome del grande astronomo italiano che studiò la superficie marziana, che a causa della scarsa tecnologia dei telescopi ottici, vide verso la fine dell’800 una serie di linee sul pianeta, che chiamò canali, che scatenò la ridda di ipotesi riguardo la loro origine artificiale.

Il modulo in questione è un dimostratore tecnologico per entrare nell’armosfera marziana in modo sicuro, per il futuro trasporto e l’atterraggio di un rover nel 2018 per un ulteriore salto di qualità per la ricerca di vita.