Nessuna nota fantascientifica nelle parole di Zuckerberg, nonostante la presentazione di nuovi orizzonti tecnologici virtuali, che ha illustrato i suoi progetti senza mai inciampare nella immaginazione del visionario.

La collaborazione Italiana, anticipata nel febbraio scorso, si è concretizzata con la donazione all'Università di Modena e Reggio Emilia di un GPU server, dotato di 8 schede GPU, del valore di 42 000 €.

Facebook GPU Partnership Program: l'ultima frontiera della tecnologia

I Paesi Europei coinvolti nel Progetto di Intelligenza Artificiale applicata a Facebook sono otto, per un investimento totale di circa 1,1 milioni di Euro.Il gruppo di ricerca italiano è costituito da 20 persone e si occupa del Progetto Educante, finanziato dal Miur.

La finalità del progetto è quella di riesaminare le modalità di apprendimento attraverso l'applicazione di nuovissime tecnologie (tra le quali appunto l'IA), superando i sistemi educativi classici.

Il nuovo sistema educativo, passando per l'innovazione di metodi e strumenti, prevede l'apprendimento permanente (lifelong learning), prolungato per tutto il corso dell'esistenza e in tutti gli ambiti dell'attività umana (tempo libero, lavoro, scuola, famiglia, etc).

L'Intelligenza Artificiale è già una realtà. Facebook e il digital virtual assistant perfetto

Generalmente associamo all'Intelligenza Artificiale androidi, cyborg e robot, ma la realtà che riguarda Facebook è molto diversa.Il social usa già, per dirne una, l'AI per lo smistamento, il riconoscimento e la comprensione di milioni di immagini caricate dagli utenti, così come Siri, Alexa e Cortana altro non sono che assistenti virtuali dotate di AI, anche se limitatissima.

Potremmo definirle assistenti con basso Quoziente Intellettivo.Tra le sfide di Zuckerberg la più intrigante è quella di creare l'assistente digitale perfetto, capace di recepire il contesto nel quale si muove, di distinguere tra ambiente e sistema e di decidere autonomamente, comprendendo, e magari anticipando, "l'azione" dell'utente.

Il vero nodo da sciogliere è quello di trasmettergli non solo la lingua, ma anche il linguaggio umano, ossia la nostra capacità di associare pensieri (e sensazioni) ai simboli, prerogativa che distingue l'uomo dagli altri esseri viventi e da quelli esclusivamente intelligenti (computer, robot).

Non è un caso se Apple ha appena acquistato la startup Emotient, con sede a San Diego, che usando l'AI, legge le emozioni delle persone analizzando le espressioni facciali.La realizzazione di un assistent perfetto è al momento in salita anche se Zuckerberg ci assicura che il riconoscimento della macchina del senso comune è la chiave per la riuscita del suo progetto.

Il neuromarketing e il potere della conoscenza

E' evidente che le implicazioni conseguenti agli studi e al potere della conoscenza saranno infinite e interesseranno non solo il singolo utente, ma l'umanità nella sua interezza.

La prima deduzione pratica concernente Emotient, per dirne una, riguarda il lancio sul mercato di nuovi prodotti.Attraverso le analisi delle espressioni facciali degli utenti si potrà stabilire il livello di gradimento e prevederne la fortuna.

Le chatterbot che interagiscono con gli utenti in base alle richieste fatte potranno essere dei validi veicoli promozionali e pubblicitari, pilotando gusti e scelte.

La conseguenza più pericolosa è relativa alla possibilità dei grandi colossi (come FB, Microsoft, Amazon, Apple) che potranno intercettare i "cervelli" del settore monopolizzando la conoscenza.

Per fortuna esistono ancora uomini interessati al bene comune. E' il caso Elon Musk, fondatore della Tesla Motors e della Space Exploration Technologies Corporation (della quale è amministratore delegato), che ha deciso di rendere pubbliche scoperte e brevetti della sua azienda.

Dall'alto dei suoi 12 miliardi di dollari, il cofondatore di PayPal ha forse capito che il vero potere dell'Uomo risiede nella sua "intelligenza integrale" che lo rende un essere unico al mondo.