Un satellite della NASA in orbita attorno a Marte (MRO, Mars Reconnainsance Orbiter) potrebbe aver fornito la prima prova fotografica dello schianto di Schiaparelli, la sonda dell'Agenzia Spaziale Europea di cui si sono perse le tracce nei giorni scorsi. A causa di un'anomalia nel funzionamento del sistema di atterraggio, il mondo scientifico è pressoché unanime nel ritenere la sonda fuori uso e questo non solo a causa dell'assenza di segnali, ma anche perché l'interpretazione degli ultimi dati forniti ha evidenziato un'apertura anticipata del paracadute e l'errato funzionamento dei retrorazzi, che si sarebbero attivati solo per una manciata di secondi, abbandonando poi il modulo a una caduta libera disastrosa.

Le immagini arrivate dal MRO

Le immagini fornite dal MRO non sono ritenute conclusive poiché non offrono un eccezionale livello di dettaglio, ma stanno convincendo la comunità scientifica poiché le dimensioni dello spot nero, che si suppone sia ciò che resta di Schiaparelli, coincidono con il volume della sonda; accanto si trova un punto bianco che potrebbe essere il paracadute e ci troviamo ad appena 5,5 Km di distanza dal punto esatto in cui sarebbe dovuta atterrare Schiaparelli.

Ovviamente, ad avvalorare il tutto il fatto che nelle precedenti immagini della stessa area, MRO non ha mai mostrato alcun "punto nero", potenziali paracadute o immagini vagamente simili.

ESA (European Space Agency) e NASA ritengono verosimile che l'oggetto nell'immagine sia ciò che resta di Schiaparelli, che com'è noto ha smesso di fornire dati e informazioni 50 secondi prima di raggiungere la superficie del pianeta. Ma sulla Terra le ricerche continuano: si vuole logicamente capire perché i retrorazzi non hanno funzionato a dovere accompagnando la sonda sulla superficie e quando l'evoluto sistema tecnico di atterraggio ha mostrato un comportamento anomalo. In tutto ciò, si stima che la sonda Schiaparelli si sia schiantata al suolo a più di 300 Km/h, distruggendosi al contatto con la superficie del Pianeta Rosso.